Ilia Topja, sigurisht per topet e tua çfar them eshte gabim, sepse topet e tua jane drejtuar vetem kunder çifuteve, baj e bjer me Hitlerin qe ishte race çifute, qe Amerika eshte çifute masone, edhe shqipkaret jane çifute, vetem karet si ty nuk jane çifute. Kape i çik kete lloj topesh te tjera te gjetura me t’paren ne rrjet, zeri i pare qe doli ne google me kodin “sekularizem nazizem”:
La secolarizzazione (dal latino seculum, che indicava tutto ciò che non appartiene alla religione ed è quindi laico) è quel fenomeno per il quale la società, nel suo complesso, non adotta più un comportamento sacrale, si allontana da usi e costumi tradizionali e da posizioni dogmatiche, specialmente in campo religioso.
Il processo di secolarizzazione, alle soglie dell’ età contemporanea, si allaccia ad un altro importante fenomeno: il processo di politicizzazione. L’ incontro tra queste due realtà (prima nelle rivoluzioni inglesi, poi in quelle americana e francese) porta al primo dispiegamento della stampa politica.
Nella Francia pre-rivoluzionaria la filosofia illuminista rappresenta la massima espressione del processo di secolarizzazione: Diderot e D’Alembert, nella loro celeberrima “Encyclopediè” , considerano la religione una comune materia di studio, non la base della cultura e della conoscenza.
Anche il concetto di democrazia è un segno nettissimo di questo processo: il potere non deriva più da Dio, ma nasce direttamente nel popolo.
Durante la rivoluzione, i Giacobini portano all’ estremo alcuni ideali dell’ Illuminismo: la ragione diventa la “dea Ragione” e Robespierre si nomina suo sommo sacerdote. Lo spietato machiavellismo dell’ ideologia giacobina sarà alla base delle dottrine (religioni) politiche del novecento (in particolare per il Fascismo, di cui il misticismo e lo spirito rivoluzionario,vengono paragonati, da alcuni giornalisti francesi, a quelli del Giacobinismo), perché presume che esista un partito d’ elite in grado di plasmare il mondo, di abbattere l’ antico regime e di costruire una nuova società in nome del popolo e della nazione, attraverso qualsiasi mezzo.
Oggi viviamo in un epoca di fortissima secolarizzazione (crisi del sacro – Sartori afferma che non comprendiamo il fenomeno delle guerre di religione perché non crediamo più in Dio), ma la religione non è scomparsa; esistono nuove fonti di culto tali da colpire le menti degli uomini: le religioni secolari; sistemi di credenze, di miti, di riti e di simboli che conferiscono carattere sacro ad una qualsiasi entità di questo mondo (dalla scienza alla storia, dallo sport allo spettacolo), rendendola oggetto di culto, di dedizione e di devozione (si parla di “sacralità laica”).
Si possono definire tali - religioni secolari - tutte quelle dottrine che, nell’ animo umano, prendono il posto della fede perduta e che, a differenza dei culti tradizionali, collocano la salvezza dell’ umanità in questo mondo, in un futuro più o meno lontano, nella forma di una nuova società da costruire.
Ma ad un comune religioso potrebbero sorgere eventuali obiezioni: certamente si domanderà se è legittimo parlare di religioni in mancanza di un oggetto trascendente a cui rivolgere delle preghiere.
Il sociologo francese Raymond Aron, nel suo trattato (“L’ avvenire delle religioni secolari”), risponde che non si è religiosi soltanto quando si adora una divinità, ma quando si mettono tutte le proprie risorse, tutto il proprio fanatismo e tutte le proprie azioni al servizio di una causa o di una persona.
Nel campo della politica i termini “religione secolare” e “religione laica” vengono spesso utilizzati come sinonimi di religione civile o di religione politica. Queste due categorie appartengono al concetto più generale di sacralizzazione della politica (o religione della politica): con questa espressione si intende quel fenomeno che si manifesta in età contemporanea, quando la dimensione politica, dopo aver conquistato totale autonomia nei confronti della religione tradizionale, assume un proprio carattere di sacralità e rivendica il privilegio di spiegare il fine dell’ esistenza dell’ uomo sulla terra.
Storicamente, il processo di sacralizzazione della politica, ha origini democratiche, repubblicane e patriottiche: le prime forme di religione civile sono apparse durante la Rivoluzione Americana e la Rivoluzione Francese; successivamente sono state incentivate, nel corso del XIX secolo, dalla nascita di movimenti culturali e filosofici come il Romanticismo, l’ Idealismo, il Positivismo, il Nazionalismo, il razzismo e il Socialismo, che volevano sostituire le fedi della tradizione con una nuova “religione dell’ umanità”.
Differentemente, le religioni politiche sono intolleranti, impositive e, nella loro struttura, riproducono molte delle caratteristiche dei dogmi antichi: tendono a influenzare ogni aspetto della società, teorizzano un bene e un male assoluti e definiscono lo scopo ultimo della vita. Sono dotate di uno spietato machiavellismo: non riconoscono niente di superiore al loro obiettivo e per ottenerlo impiegherebbero qualsiasi mezzo. Danno un’ interpretazione del mondo (almeno in senso storico), spiegano il significato delle catastrofi che attraversano l’ umanità e ne “profetizzano” le conclusioni. Sono religioni della “salvezza collettiva”. Dentro questa categoria si riconoscono i tre grandi regimi totalitari del XX secolo: il Fascismo italiano, il Comunismo sovietico e il Nazismo.