FIAT LUX - pjesë e shtatë (Xhojsi)

Elogio dell’ignoranza e dell’errore
Di Gianrico Carofiglio
L’autore sostiene che l’ignoranza ( da qui l’elogio) e’ necessaria alla vita perché da questa viene lo stimolo alla conoscenza.
Perché, e questo chi legge molto lo sa bene, lo studio e la ricerca, fra altro, servono proprio a prendere cognizione della vastità della propria ignoranza.

Con la stessa logica si può scrivere il libro con titolo “Elogio del male”, e dopo anche “Elogio del brutto”, allora ci siamo veramente nel fine della storia che ha cominciato con “Elogio della follia”. Siamo nel aspettativa del coraggioso, del nuovo Messia.

Susan Sontag credeva che la capacità di parlare bene, di articolare i pensieri in modo chiaro e convincente, non fosse qualcosa di innato o naturale, ma piuttosto un prodotto di isolamento.
In una società dominata dalla vita comune, sia in famiglie, gruppi o ambienti comuni, le persone spesso ricorrono a forme più semplici di espressione.
Secondo Sontag, era nella solitudine e nella separazione dalla folla che una persona poteva veramente coltivare l’eloquenza, poiché in questi momenti di isolamento gli individui potevano confrontarsi profondamente con i propri pensieri ed esprimerli con chiarezza.
Per Sontag, l’eloquenza era il segno di una mente sviluppata e introspettiva che non aveva paura di sfidare lo status quo. L’“individualità dolorosa” a cui lei faceva riferimento indicava il costo esistenziale della solitudine, ma anche la libertà creativa che essa concedeva.
È attraverso la solitudine che si poteva sperimentare una forma più autentica di espressione di sé, non modellata dalle aspettative o dalle norme della società, ma nata dal dialogo interiore dell’individuo.

Ha completamente ragione in assoluto, ma ragione non basta, serve anche il segno davanti in negativo o in positivo. Il discorso di Sontag è il miglior giustificazione per lo stato di solitudine e miserabilità. E non solo giustificazione, ma un status elitario invidiato per sentirsi superiori a carico della propria miseria e solitudine.

Il grande rivoluzionario che attacco la Bastiglia, Il Palazzo dell’Inverno, la Marcia sulla Roma, il Capitol Hill ecc., in essenza è la stessa creatura cervellotica nevrotica che cambia i vestiti secondo la moda del tempo.

Ho separato l’Uomo dall’Autore e adesso non mi ricordo più quale dei due va nell’umido.

L’Autore insieme all’Uomo va nell’umido (il decomposto vale ancora), opera va nel secco.

Uno degli sviluppi più spettacolari, durante i 13.8 miliardi di anni trascorsi dal Big Bang, è stato che la materia stupida e senza vita è diventata intelligente.
Max Tegmark, Vita 3.0

Una creatura cattiva e perversa è più pericolosa quando è intelligente. La storia del mondo non è lineare come raccontato nella citazione del post, in un certo momento stupido ha fato un capitombolo con risultati disastrosi.

Ci sono due tipi di pazzie: pazzia negativa e pazzia positiva. C’è anche un altra più diffusa e peggiore, non saper distinguere le due pazzie.

L’opera non mi piace, lo trovo inquietante, non è naturale, l’equilibrio compositivo è disturbato. Va bene il simbolismo, ma simboleggia qualcosa di sottilmente e nascostamente guasto. Non so se mi spiego, temo di no.

Agli altri piace proprio per i difetti disturbanti che tu menzioni. Per questa regione nessuno si può spiegarsi, anche il più grande cervellone dell’umanità.

L’uomo ha inventato gli UFO perché si sente solo nell’universo.

L’opera d’arte deve bastare a se stessa. Quello che voglio dire è che sono stati scritti tantissimi capolavori della letteratura, gli autori sono ormai morti e sepolti e non puoi tirarli fuori dalla fossa. Hai il libro però, e un libro può farti sognare e riflettere.
David Lynch

Come lo mettiamo se esiste altro mondo e il film della vita continua dopo la morte, cioè il regista continua a fare film anche dopomorto? Non sembra tutto questo un bel film horror anche per gli atei?

Il prefisso ‘neo’ o ‘post’ davanti al nome di un movimento del passato è il segno più evidente della morte dell’arte, della fine dei tempi o della fine della storia. Non sanno più cosa inventarsi.

Eshtë e pamundur të dallosh të vërtetën nga e rrema, jo vetëm se një fije i ndan, por se kjo fije dridhet e përdridhet sipas tekstit, kontekstit, nëntekstit dhe mbitekstit.
E vetmja mënyrë për të dalluar të vërtetën nga e rrema është motivacioni i personit , i cili është i padukshëm për 5 shqisat, por jo i tillë për shqisën e 6-të të personit të motivuar nga e vërteta me çdo kusht.

L’uomo non può assumere il valore verità come il suo unico e totale riferimento, anche se, e qui sta il paradosso, l’uomo ha bisogno della verità, un disperato bisogno, dal quale dipende non soltanto la vita, ma anche la sua qualità, il suo vivere meglio, il suo progresso, la sua evoluzione.
Ma di quale verità ha bisogno? Della verità assoluta? Assolutamente no, perché questa lo distruggerebbe. Cioè l’uomo può ambire a delle verità relative, che sono certe, fino a prova contraria, ma che comunque si dimostrano appunto utili ed indispensabili.

La domanda è: che cosa è la verità?

Si, ma è la domanda di un governatore che non meritava risposta.

C’è questa cosa che non avevo mai capito nella vita e che ho scoperto molto tardi: una buona quantità delle tue possibilità di stare con felicità sul pianeta Terra te la giochi sulla capacità che hai di lasciar andare le cose. Dalle più semplici: hai perso gli occhiali? Lasciali andare. Non ci vedi? Lascia andare. Hai perso un amico? Lascialo andare. Hai vissuto un momento di felicità bellissimo con un amico? Il pensiero è sempre rivediamoci e invece, lascialo andare - Alessandro Baricco

Sta dicendo che la vecchiaia è un fallimento, sicuramente nascondendo l’idea, devi psicoanalizzare nel profondo per svelarla. Il risultato fatale della estetica senza etica è il snobismo culturale.

La vera grandezza di una opera è nelle sue motivazioni dichiarate nell’opera. Se non sono dichiarate, si trovino nella vita dell’autore.

Consiglio per gli scrittori emergenti:

non leggete i vostri romanzi, contentatevi solo di scriverli. Dopo la dichiarazione della Morte dell’Autore, con la conseguenza logica della Morte del Lettore, se leggete i vostri romanzi avrete una doppia morte. Almeno morite come Autori, come gladiatori nell’arena, non come spettatori-tifosi sulle scale del Colosseo.

Nella vita umana, come in ogni merce cattiva, la parte esterna è ricoperta di un falso scintillio: sempre si nasconde ciò per cui si soffre; invece, ciò che ognuno può mettere insieme di sfarzo e splendore, viene messo in mostra, e quanto più a uno manca l’intima contentezza, tanto più egli desidera passare per felice nell’opinione degli altri.
A. Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione

Si ma ci sono persone che non sono grandi filosofi che dimostrano con sincerità la loro miseria personale, e non lo nascondono per falsità la loro sofferenza, lo nascondono per non rompere le scatole agli altri. Nessuno vuole sentire la tua miseria come non vuole sentire la tua puzza di quel che fai nel gabinetto come grande filosofo.

Il grande intellettuale è il grande ignorante visto che continua a fare il ribelle rivoluzionario dopo la caduta del Muro di Berlino, lo scrittore dopo Esercizi di stile di Queneau, il pittore dopo Merda d’artista di Manzoni ecc.

Nessun amore è guaribile con erbe.
(Ovidio)

Amore per l’arte è guaribile con erbe dal tempo di “Paradisi artificiali” di Baudelaire.

L’intellettuale si misura sempre, in modo cosciente o incosciente sia, con Gesù, e nel suo profondo si crede più grande di Gesù, e per questo ragione lo nega. Non per caso la figura dell’intellettuale nasce proprio ne momento storico dell’ateismo militante. Oramai il messia è il grande intellettuale, il filosofo fannullone che pensa e scrive, mentre i fan che leggono i suoi libri sdraiati sul divano, sono i suoi discepoli.

Io alla loro età io conoscevo tutti i poeti maledetti.

Una generazione conosce tutti i poeti maledetti, e per forza la generazione dopo maledice tutti i poeti, e in fila i nipoti pronipoti per maledire tutta la poesia.