FIAT LUX - pjesë e shtatë (Xhojsi)

Il mondo è circolare, in realtà con circoli viziosi, e in potenzialità con circoli virtuosi, si scende nell’inferno con una traiettoria elicoidale viziosa aspirando la salita nel cielo con una traiettoria elicoidale virtuosa.

Avrah Ka Dabra

Nulla è così facile da controllare quanto una persona infelice.
Nulla è così difficile da controllare quanto una persona felice.
Questo è il motivo per cui gli esseri umani vengono “addestrati” sin da piccoli all’infelicità.

il disidente:

-Io ero sorridente mentre camminavo per la strada e una persona che mi conosce mi ha chiesto: “Hai bevuto?”.
Camminare felici e serenamente non è concepita una cosa normale, si deve avere la faccia sofferente.

il fucsa:

-No, si deve avere la faccia indifferente come una maschera per nascondere ogni emozione per paura dal prossimo e dalla polizia che è la materializzazione della paura dal prossimo. Devi avere una faccia indifferente che è una faccia di bronzo che nasconde lo stronzo.

il primo direttore del Secondo Direttorato (drejtori i parë i Drejtorisë Dytë):

Finalmente una perla di Avrah Ka Dabra in mezzo alle nefandezze dei grandi geni infelici di un’umanità infelice infangata intellettualmente nell’inferno dei scontenti.

Il silenzio, spingerebbe la gente a riflettere, e non si può prevedere che cosa avverrebbe alla coscienza. La maggior parte delle persone ha paura del silenzio, per cui quando viene meno il rumore continuo, per esempio di una conversazione, bisogna sempre fare, dire, fischiare, cantare, tossire o mormorare qualcosa. Il bisogno di rumore è quasi insaziabile, anche se a tratti il chiasso ci sembra intollerabile. E’ però sempre meglio che niente. In quello che viene significativamente chiamato “silenzio di tomba” ci sentiamo a disagio. Perché? Forse ci sono i fantasmi? Non credo.
Ciò che davvero temiamo è quello che potrebbe provenire dalla nostra interiorità, e cioè tutto quello da cui cerchiamo di tenerci lontani con il rumore - Carl Gustav Jung, lettera al prof. Karl Oftinger, Zurigo, settembre 1957.

Trovato la spinta originale per l’invenzione del pistone della macchina a vapore e del turbocapitalismo che spara nella stratosfera la merda rumorosa del pensiero libero tramite il culo del dissidente che legge Jung dopo il riso.

Il silenzio della tomba è il silenzio prima della tempesta della risurrezione dei morti.

Dituria dhe kultura dhurohen dhe nuk vidhen si Prometeu vodhi sekretin e zjarrit perëndive të Olimpit për t’ua dhënë njerzve, sepse gjëja e vjedhur bëhet harram siç ka rezultuar me kulturën moderne termobërthamore radioktive industrale që ndot ambjetin dhe rrezikon të shkatërrojë planetin.

(nga Ditar i një fuksi nostalgjik të dëshpëruar që sot nuk vepron më ligji për agjitacion e propagandë që t’ja rrasi sa krahu disidentit rebel prometeik)

il disidente dopo il pilaf:

-II capitolo V del libro Notre-Dame de Paris di Hugo ha per titolo Questo ucciderà quello ed è una lunga digressione sulle “enigmatiche parole” dell’arcidiacono: “Questo ucciderà quello. Il libro ucciderà l’edificio”. Pero adesso risulta che le nuove tecnologie hanno ucciso il libro, lo smartphone ha ucciso la lettura, tutto va veloce, una trentina di secondi, se no è troppo lungo e noioso.

il fucsa che ha smerdato il pilaf che mangia il dissidente dopo il pilaf e lecca le labbra compiaciuto che ha parlato contro shok Enver dopo 30 anni:

-Ha fatto bene che l’ha ucciso il libro, anche se Hugo come grande scrittore non piace la giustizia è fatta, “chi usa la spada dalla spada perirà”, la storia dell’arte è la storia del medium e la fine del arte sarà la scomparsa totale del medium.

il dissidente dopo il pilaf:

-Io sto leggendo Resurrezione di Tolstoj, tu cosa stai leggendo di bello?

il fucsa che ha smerdato il pilaf che mangia il dissidente dopo il pilaf:

-Io sto leggendo di brutto Memorie dai casa dei morti di Dostojevskij.

La distanza tra vita e morte è esattamente la distanza tra la vagina e il pene; quando il pene entra nella vagina si accende un corto circuito di alto voltaggio tra vita e la morte; due muoiono (la petite mort) per dare vita ad un terzo.

il dissidente mbas pilafi:
-Il buon Chesterton, autore della serie di racconti su Padre Brown, saggiamente scriveva: “Vi è qualcosa di depravato in ogni uomo che non abbia voglia di violare i dieci comandamenti”.

il fucsa para krishtit:
-È un idea o un credo di Chesterton, oppure è di Padre Brown che si identifica con i criminali per scoprirli?

il dissidente mbas pilafi:
-Il primo è morto e il secondo non è mai nato, difficile avere risposta.

il fucsa para krishtit:
-È morto per chi non è credente, per un cristiano come Chesterton muore il corpo dell’autore, il suo spirito va a cercare i suoi 6 personaggi nell’Inferno dove sta anche Mosè come autore del Decalogo, e proprio nell’Inferno impara che ce anche l’Undicesimo Comandamento: “Non discutere invano con il tuo prossimo”.

Legjenda e shekullit XXI

Jena bo nji dor e mir trafikantësh
shit e blej narkozë artistike
me shumë akrobaci linguistike
oh sa e vështirë kjo rima me "-ike”
ike në mërgim xhane na fike
syrgjyvdekur nëpër hapsira metafizike
ik këtu e ik atje
as këtu e as atje
ike ike ike
e mer në fb like
oh ç’na ike qyqar na fike
ike ike seç na ike
Bardhi i Mynihut
Ardi i Nju Jorkut
Dashi i Lilës
Çimi i Vjenës
Pjeri i Brukselit
Hajdari i Frosinones
Dritëroi i Devollit
Ypi i Kolonjës
Moli i Parisit
i Modhi i Peshkut

L’abbandono della concezione assolutistica della verità o riconosce di non poter avere il carattere di una verità assoluta, e quindi ha un valore soltanto ipotetico e falsificabile, oppure si presenta come l’ennesima forma di quello scetticismo ingenuo del quale già la filosofia greca si era liberata. Come è possibile dunque un abbandono della fede nell’esistenza della verità assoluta, il quale abbia il carattere della verità assoluta, ma non sia a sua volta una fede? Buona parte del sapere filosofico del nostro tempo non è ancora in grado di rispondere a questa domanda - Emanuele Severino

e neanche si può dare risposta a domande simile perché il pensiero - come il mondo - è circolare, dunque si può fare solo giochi di parole circolari “il cane morde la sua coda” (come nel paragrafo citato), oppure, detto diversamente, si può fare filosofia. La verità assoluta si vive, si fa filosofia solo vivendo nella falsità come un cane che morde la sua coda - Aina Qi ja dhi intelektualit t’modh

Qyteti

The: "Do shkojë në tjetër tokë, do shkojë në tjetër det.

Ndonjë qytet tjeter do gjendet më i mirë e më i lumë

Çdo përpjekje që bëj këtu është një dështim më shumë;

dhe si i vdekuri në varr zemra ime s’njeh gaz.

Gjer kur do ta durojë shpirti im këtë maraz?

Ngado që i kthej syte, ngado që kthej vështrimin,

këtu shoh veç gërmadhat e zeza dhe shkretimin e jetës që jetova,

që prisha e rrënova kaq vjet".

Vise e dete të tjerë s’do gjesh; e ke të kotë.

Do të të ndjekë pas qyteti. Rugët ku do endesh po këto do jenë.

Do plakesh, ja, këtyre vendesh;

dhe shtepitë ku do thinjesh do jenë gjithë po këto

Do mbërrish përherë te ky qytet. Për gjetiu - mos shpreso -

nuk ka anije për ty, nuk ka rrugë. Për fare

siç e rrënove jeten këtu, te kjo kamare e vogël,

e ka rrënuar gjithandej në botë.

(Kostandin Kavafi i Dropullit)

Melpomeni Çobani e Korçës
Bardhi i Mynihut
Ardi i Nju Jorkut
Dashi i Lilës
Çimi i Vjenës
Pjeri i Brukselit
Hajdari i Frosinones
Dritëroi i Devollit
Ypi i Kolonjës
Enveri i Volorekës
Moli i Parisit
i Modhi i Peshkut

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:joy:

disidenti mbas pilafit:
Le nostre azioni sono determinate dal bisogno o dalla morale? Quando evitiamo di compiere un’azione illecita lo facciamo per paura di essere puniti o per onestà?

fucsa që i gjuan me domate kokës kujt ha pilaf:
-Per paura di essere puniti, ma ancora di più per paura non si arriva a discernere l’esistenza di due tipi di paure: paura dei rimorsi di coscienza, e paura dalla polizia (che è la materializzazione della paura dalla coscienza).

dissidente:
Importanza della virgola:

“Non ho nessuno scopo e sono felice”

“Non ho nessuno, scopo e sono felice”

fucsa:
-Non vedo nessun differenza ideologica tra le due frasi, a parte la virgola e la mancanza di respiro kamasutra.

La perdita delle opere è una regola nella storia della cultura, per caso si salva qualcosa che rimane eredità come patrimonio culturale dell’umanità come un cumulo di rifiuti tombali. È una verità amara che non vogliamo accettare, non conviene, turba, fa soffrire gli amanti della cultura che tifano per le glorie del passato e sono distratti e indifferenti (per non dire malvagi) per l’operato presente. L’unica speranza che niente si perde rimane l’esistenza dell’al di là.

(nga Ditar i një fuksi që fol çar t’dush ti, disidenti po loqe ngelet)

Paradigma demokratike letrare: “nuk shpjegohet vepra me jetën e autorit”, është e vërtetë, jo sepse ashtu i do bytha shkrimtarit t’modh të Mynihut, Nju Jorkut, Vjenës, Lilës etj, por sepse nuk mund të dihen kurrë të gjitha qelbsinllëqet që ka bërë autori; gjarpëri nuk i tregon kurrë këmbët e veta.

Alberto Arbasino spiega la paradigma fatta la dogma democratica che l’opera non si spiega con la vita dell’autore:
-Se Janis Joplin e Jim Morrison per scrivere quel che hanno scritto si sono fatti tutto quello che si sono fatti, Mozart e Beethoven cosa avrebbero dovuto fare? Infilarsi un aereo nel sedere?

disidenti:
-Qual è la differenza tra obbedienza e sottomissione?

fuksi:
-Impossibile di fare chiarezza perché il linguaggio è ribelle e nello stesso tempo schizofrenicamente servile come è infatti l’uomo. Non si può fare chiarezza all’assurdo schizofrenico.

il dissidente che vede il paesaggio romantico junghiano da dentro la finestra:

La Natura è, non si rivela. È ontologicamente come manifestazione del reale in tutte le sue forme, in tutti i suoi aspetti. La ossessione di conoscere tutto e a tutto dare un nome e una spiegazione ha spinto l’uomo a continuare ad investigare. Questo ha a che fare anche con il controllo, naturalmente, perché l’uomo ha sempre cercato anche di dominare la natura, e non viverla semplicemente. Certo questo ha sviluppato anche un pensiero scientifico, una ricerca di cause ed effetti che permettesse di capire più approfonditamente il mondo: dalla astrologia siamo passati all’astronomia, dalla alchimia alla fisica e alla chimica, il corpo umano ( mente e psiche a parte) è stato rivelato in tutte le sue complesse funzioni e la chirurgia oggi può compiere miracoli autentici.
Intendiamoci: non facciamo un discorso contrario alla scienza (sebbene la scienza non autonoma e indipendente può anche diventare pericolosa, come gli abitanti di Hiroshima e Nagasaki potrebbero confermare se fossero ancora vivi, o le cavie di certe scriteriate sperimentazioni), ma tocchiamo una questione più filosofica: nel momento in cui la Natura è stata spogliata di ogni mistero e segreto, ha perso il senso del Numinoso, è diventata solo materiale sotto la lente di un microscopio, e già questo la ha in qualche modo impoverita, degradata, umiliata; ma la questione più grave è un’altra: come è cambiato il rapporto dell’uomo con la natura?
Immaginando la natura come nella illustrazione con connotati femminili, il discorso è più chiaro: un uomo che spoglia a forza una donna per rivelare apertamente le sue grazie compie un atto di violenza; la donna nuda diventa preda dei suoi desideri e questo comporta volerla possedere. Dunque diciamo che simbolicamente si compie uno stupro.
Non è un caso che oggi l’uomo violenti costantemente la Natura: non vedendola più Madre ma preda, viene a mancare anche il rispetto di un tempo. Non si rispettano più le foreste, le sorgenti, i luoghi Naturali, perché non ci sono più divinità in essi, ma soltanto materia prima da utilizzare. Paradossalmente, più la scienza ha investigato sulla Natura, più questa è stata allontanata dal mondo umano, depredata, inquinata, sfruttata senza riconoscenza.
Quindi non è precisamente esatto dire che oggi la Natura si è rivelata alla scienza: è quest’ ultima che ha strappato alla Natura i suoi indumenti e ne ha fatto scempio.
Nel momento in cui il Divino nella Natura si è perso, si è perso anche l’amore rispettoso e filiale dell’uomo nei suoi confronti. E l’uomo sempre più distante da lei è sempre meno “naturale”, sempre più artificiale: c’è anche nella scienza, se vissuta solo come potere e conquista, un elemento distruttivo che proprio i progressi tecnici e tecnologici potrebbero rendere più terribile di prima.
Ha ragione Jung quando dice:
Non si può vivere senza i nostri Miti”.
Noi dissidenti guardoni aggiungiamo:
Non possono essere sostituiti da altri, che Miti non sono, ma semplicemente una loro volgare finzione”.

il fucsa che vede il paesaggio solo quando chiude la finestra:

L’uomo stupra la natura scientificamente e industrialmente per causa del Complesso di Edipo, alias il desiderio di uccidere il padre e stuprare la madre (oppure Eros e Thanatos detto in modo più ridotto). Questo desiderio criminale e perverso ha un riflesso in livello più alto come il desiderio di stuprare la Madre Terra e uccidere il Padre Celeste. I discorsi di dare colpa la scienza, il dominio, la conoscenza, il progresso, l’industrializzazione, la tecnologia ecc., sono aberranti è nascondono l’essenza del desiderio criminale e perverso dell’uomo caduto che prima uccide Dio negandolo, si libera dallo stronzo, e poi stupra la stronza, la Natura, e come ciliegia sopra la torta fa discorsi confusi senza capo ne coda perché è accusato dalla sua coscienza. Il mistero del peccato originale l’ha scoperto Freud, come Colombo ha scoperto l’America senza saperlo, il peccato originale è alias il Complesso di Edipo, Eros e Thanatos, fonte essenziale di tutti i mali che nel tempo moderno sono più che evidenti: ateismo plus inquinamento. Ma il male più malvagio è di nascondere con discorsi futili che scambiano le conseguenze con la causa primaria, la periferia con il centro, l’interiore con esteriore.