FIAT LUX - intermezzo 2 (Kafka)

I fascisti si dividono in 2 categorie: i fascisti propriamente detti e l’antifascisti - Enio Flaiano

Non l’ha detto Flaiano è intrinsecamente è una fesseria.

Flaiano e i suoi amici erano un gruppo che si divertivano insieme parlando e sparlando e sparando battute, cosi non è facile a trovare chi veramente l’ha detto la battuta. In una compagnia battutari ha merito anche quello che ha preparato sa situazione per far nascere la battuta o ha detto metà e l’altro l’ha completata. Per questa ragione non viene mai fuori chi è il vero autore delle battute e le situazioni nei film di Fellini.
Il linguaggio non è mai la verità, non afferra mai la relata dei fatti, ancor di più nella forma della battuta scherzosa che intenzionalmente gioca con i contrasti in modo assurdo trasformando i fatti reali. Una volta accettato questa mancanza, una battuta ha dentro una grande verità; scherzando si possono dire le verità dolorose. Concretamente la battuta in questione non descrive la realtà di fatti della società italiana, ma descrive qualcosa molto di più importante, la verità di una situazione interiore spirituale che alea sopra i fatti, appunto di una situazione di conflitto assurdo, un conflitto ricercato come pretesto per litigare ad ogni costo. E l’assurdo si descrive meglio con assurdo, e ancora meglio con una battuta scherzosa che gioca con assurdo liberando le persone dall’assurdo dei fatti e della situazione reale. La battuta di Flaiano o di qualunque altro sia, è un massimo di perfezione del mestiere, te lo garantisco io con esperienza personale in un sistema totalitario che il fascismo in paragone sembra il regno dei cieli. Soltanto cambi i termini secondo i diversi contesti: “I comunisti si dividono in 2 categorie: i comunisti propriamente detti e l’anticomunisti”.

Pensatina dell’antimetafisicante

Un’idea mi frulla,

scema come una rosa.

Dopo di noi non c’è nulla.

Nemmeno il nulla,

che già sarebbe qualcosa.

(Giorgio Caproni)

Prima si suicide lo spirito, poi si uccide il nulla rimasto, ed in fine si sente la lamentela poetica come rimorso di coscienza per le prodezze fate. Caproni è arrivato nello stadio terminale della cultura dell’umanità, non si può andare oltre.

Paul Valéry riporta un colloquio, divenuto famoso, tra Edgar Degas, celebre pittore, e Stéphane Mallarmé, poeta simbolista.
Degas stava cercando di scrivere una poesia, ma non era soddisfatto del risultato.
Non capiva dove stesse sbagliando, perché - a suo dire - aveva delle idee “profonde” da trasmettere.

“Mio caro, - esclamò Mallarmé - ma le poesie sono fatte di parole e non di idee!.”

Però Degas avrebbe potuto dire all’amico poeta:

“Caro, la pittura ha un suo linguaggio, non è composta semplicemente da immagini, ma è fatta di forme, di tratti, cromatismi”.

Sia Mallarmé, e sia Degas, vuol dire sia il poeta moderno e sia il pittore moderno, si danno da fare per dimostrare che “la veste fa il monaco” visto che il classico non ha potuto dimostrare che “la veste non fa il monaco”.

Il basso ventre è la causa, per cui all’uomo non riesce tanto facile ritenersi un Dio - Nietzsche, Al di là del bene e del male, (Aforismi e interludi, nr. 141)

È più che vero, ma è ancora più vero che il basso ventre è la causa., per cui all’uomo non riesce tanto facile accettare Dio.

Siamo un po’ nei guai.

Si, ma ci divertiamo un sacco con il basso ventre.

Ci frega.

Ci frega quando eros si fa thanatos, e il bordello si fa mattatoio con dimensioni continentali.

È una forza potente ed è facile non averne controllo.

“Vedete dalla finestra - ha detto cicerone - oramai è un pianeta deserto e con le rovine di una civiltà gagliarda che dava molto da fare con il basso ventre e con i missili a lunga gittata”.

Si, è giusta la relazione coi missili, molto giusta.

Un missile che tenta il bersaglio è il culto fallico che tenta il culto vulvaico.

Esattamente, non a caso colui che sta spingendo per missili a lunga gittata ha suonato il pianoforte col suo fallo.

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Ernesto De Martino prendeva parte a un convegno su «Il mondo di domani», presentando una relazione dal titolo provocatorio: «Il problema della fine del mondo», nella quale affermava che il mondo, che è un mondo umano, non dovrebbe finire, ma che esso tuttavia può finire, e proprio per colpa dell’uomo: «L’umana civiltà può auto annientarsi, perdere il senso dei valori intersoggettivi della vita umana, e impiegare le stesse potenze del dominio tecnico della natura secondo una modalità che è priva di senso per eccellenza, cioè per annientare la stessa possibilità della cultura». La tecnica umana può distruggere il mondo dell’uomo. Si tratta precisamente della stessa problematica del coevo libro di Karl Jaspers La bomba atomica e il destino dell’uomo. Jaspers si rivolge al profetismo ebraico e alla prima apocalittica cristiana: «Della rovina totale parlarono gli antichi Profeti. Verrà il “giorno di Jeova”, in cui tutto verrà distrutto. Della fine del mondo parlarono i primi Cristiani come di cosa immediatamente sovrastante». Si tratta di riferimenti tenuti ben presenti da Ernesto De Martino nelle pagine della Fine del mondo dedicate all’apocalittica del cristianesimo, radicata nell’ebraismo" - Domenico Conte

Ernesto De Martino e Jaspers parlavano letteralmente per un rischio imminente del distruzione del nostro mondo, mentre apocalittica ebrea e cristiana parlavano simbolicamente per la distruzione del mondo corrotto e malvagio e la nascita di un Nuovo Cielo e di una Nuova Terra buoni e virtuosi, appunto il Mondo Nuovo profetizzato, desiderato e cercato di realizzarlo dai comunisti che anche loro interpretavano letteralmente Apocalisse di Giovanni

La letteratura russa e quella angloamericana, pur nelle loro differenze, rappresentano il raggiungimento di un altissimo livello espressivo: quale delle due vi è più congeniale o migliore?

Chi ha più bombe atomiche ha anche la letteratura migliore.

Mi sembra una ottima scusa per non leggere né l’una né l’altra.

All’opposto, è un ottima ragione per leggerli tutte e due come superiori all’europea; Europa ha solo Kalashnikov.

Più invecchio anch’io, più mi accorgo che l’infanzia e la vecchiaia non solo si ricongiungono, ma sono i due stati più profondi in cui ci è dato vivere. In essi si rivela la vera essenza di un individuo, prima o dopo gli sforzi, le aspirazioni, le ambizioni della vita. […] Gli occhi del fanciullo e quelli del vecchio guardano con il tranquillo candore di chi non è ancora entrato nel ballo mascherato oppure ne è già uscito. E tutto l’intervallo sembra un vano tumulto, un’agitazione a vuoto, un inutile caos per il quale ci si chiede perché si è dovuto passare - Marguerite Yourcenar

È molto vero, ma la verità in questo caso si trasforma in falsità se di fatto il romanzi di lei che l’ho hanno resa famosa sono un vano tumulto e peggio di un vano tumulto.
La verità dovete chiedere alla sua badante.

Mi stai facendo pubblicità? Ma devi sapere che la mia grandiosità si perde nella vanita di vanitas della fama.

Lo so: ognuno di noi è un po’ narcisista.

Non c’è niente di male di essere narcisista se in tutto quel che si fa c’è una buona motivazione, il narcisismo in questo caso serve credere in se stesso. In fin dei conti è la motivazione che conta quando tornano i conti. Il vuoto che sentiamo “ognuno di noi” è il segno che manca la motivazione in ciò che si fa, o peggio, si fa con un motivazione cattiva, in modo conscio o inconscio sia.

Lo credo anche io, altrimenti non mi sarei speso a coordinare, tra le altre cose, questo blog.

Si, anche io lo so, ma ogni volta che commento online, dopo mi sento vuoto.

NË ATË VEND intelektuali i shquar mbetet gjithnjë KE AI VENI edhe kur del jasht shtetit.