FIAT LUX - intermezzo 2 (Kafka)

Je ne comprends toujours pas la haine qu’à Onfray contre la religion catholique.

Même Onfray ne le comprend pas, la haine ne se comprend pas et ne permet pas de comprendre tout le reste. L’absurde est la conséquence de la haine, on peut même dire que la haine et l’absurdité s’identifient comme une seule et même chose.

A me non piacciono quelli che mi spiegano che il mondo lo ha creato dio, perché penso che non lo sappia nessuno di noi da dove viene il mondo. Penso che chi dice di saperlo si illude, preferisco guardare in faccia il mistero, sentirne l’emozione tremenda piuttosto che cercare di spegnerla con delle favole.
A me non piacciono coloro che credono in dio e sanno dove sta la verità, perché penso che in realtà siano ignoranti quanto me.
A me non piacciono quelli che conoscono le risposte, piacciono quelli che ancora le risposte le cercano e dicono “non lo so”.
Carlo Rovelli (fisico)

A Rovelli non piace Zichichi (fisico) e viceversa, a Don Peppone non piace don Camillo, e viceversa, a Schlein non piace Meloni e viceversa ecc., ecc. Cosi tutti hanno un controfigura che non piace e viceversa, dunque qualunque sia che ha creato il mondo, o il mondo è creato da sé - oppure si e arRovellato da se😝 -, di fatto ha creato il mondo dei dispiaciuti che ripetono l’orribile “a me piace a te non piace”, caramelle o Einstein o Gesù sia.

Ciò che mi piace del tuo corpo
Ciò che mi piace del tuo corpo è il sesso.
Ciò che mi piace del tuo sesso è la bocca.
Ciò che mi piace della tua bocca è la lingua.
Ciò che mi piace della tua lingua è la parola.
Julio Cortázar

Il vero significato lo trovi come in alcuni dischi. Leggi al contrario.

Infatti lui l’ha scritto inspirandosi dal disco al contrario.

il segno più banale del Fine della Storia è che non si vede in giro una visione nuova, non si sa più cosa fare nella palude definitiva a parte i soliti discorsi e litigi postfascisti e postcomunisti. Quando non c’è più futuro, prende sopravento il passato nella merda pietrificata del presente.

L’arte moderna, e anche l’epoca moderna, comincia con i manieristi che sono il risultato più banale del fallimento del Rinascimento che aveva per ambizione la rinascita unendo il Cristianesimo con il Greco-Romano. Mentre il Postmoderno è un discarica a ciel aperto di tutti i rifiuti puzzolenti storici.

Ma che importa della dannazione a chi ha trovato in un istante l’infinito della gioia - Baudelaire

Proprio il caso di uno con diabete che lecca un gelato.

Evitare errori è un ideale meschino. Se non osiamo affrontare problemi che sono così difficili da rendere l’errore quasi inevitabile, non vi sarà allora sviluppo della conoscenza. In effetti, è dalle nostre teorie più ardite, incluse quelle che sono erronee, che noi impariamo di più. Nessuno può evitare di fare errori; la cosa grande è imparare da essi."
K. R. Popper, Conoscenza oggettiva

Anzi, dobbiamo fare errori per imparare da loro come fare errori ancor più grossi.

Prima non si va a chiesa e poi non si va a votare, infatti è la stessa cosa in essenza. Grazie a Dio che ancora si va a comprare.

Godard ha definito il cinema “verità a 24 fotogrammi al secondo”.

È una frase ironica o letterale?

Allora Godard ha trovato la risposta alla domanda del Governatore della Giudea: “Che cos’è la verità?”.

Scienza e fede è un falso binomio creato dagli Illuministi di Lume per contrapporsi al Cristianesimo ad ogni costo. Il vero binomio è scienza e filosofia o la teologia che rappresenta la fede che fa filosofia, dunque fa logica in cerca della verità. La fede e la religione non fa filosofia e logica, fa azioni nello stesso modo come fa politica. La fede è collegato con la volontà mentre la scienza è collegato con l’intelletto. Usare il binomio falso scienza-fede è ancor più falso quando lo fa un religioso caduto nella trappola dei Illuministi.

La scuola come istituzione è fallito. La scuola ha ucciso la chiesa (che prima aveva anche la funzione della scuola), il maestro ha ucciso il prete, e chi di spada ferisce, di spada perisce.

Il disegno “Angelo caduto” di Roberto Ferri ha un errore nell’arto della sinistra.

L’ha fatto con intenzione precisa, non è uno sbaglio.

Ma daiiiii…, e chi ci crede.

Credi o non credi di fatto lui lavora con metodo di elaborare difetti, e non solo anatomici, anche spirituali; questo è il segreto del successo nel mondo. Il metodo in questione lo usano anche i stilisti dei vestiti. Poi anche angelo caduto è un angelo difettoso, per questa ragione è caduto.

Spero tu stia scherzando.

Anche lo scherzo si basa sul difetto, “il riso è satanico” - ha detto Baudelaire.

Non esiste altro dio che Intelligenza Artificiale e noi siamo i suoi figli, a sua immagine ci ricreo.

Nei dvd dei miei film non inserisco la traccia con i commenti del regista. So che gli extra piacciono, ma con tutte queste aggiunte sembra proprio che il film sia andato a farsi benedire. Dobbiamo salvaguardarlo. Dovrebbe esserci il film è basta. Lavori sodo per dare al film un certo aspetto; non lo si dovrebbe continuamente ritoccare. I commenti del regista aprono la strada alla possibilità che il pubblico cambi la propria interpretazione della cosa in assoluto più importante: il film.
David Lynch, Autoritratto

I suoi film sono assurdi e senza senso, e non ha senso di cercare di spiegare l’assurdo senza senso. Così lui per essere conseguente fino al fondo doveva spiegare i suoi film.

Perché deve essere inquietante la realtà dell’uomo? È inquietante nella misura in cui noi ci mettiamo in conflitto con questa realtà nella misura in cui noi tentiamo di interpretarla, schematizzarla allora si distorce, si deforma ci aggredisce. Ma se non lo accettiamo per quella che è, mi sembra che non ci sia niente di più confortante di questa realtà proprio perché unica possibilità di viverla di esisterla, di realizzarla. E quindi tentare di capire che questi problemi senza soluzione perché il punto preciso è questo qui, cioè di non tentare di trovare una soluzione ai problemi, ma di viverli. semplicemente di viverli. Vivere i problemi, accettare la vita problematicamente con i suoi rischi - Fellini, Intervista

Il genio di Fellini è sempre preveggente, profetico, chiaroveggente nell’anticipare i tempi. Aveva compreso il profondo e semplice senso della vita.

Aveva capito il senso della vita senza senso.

Già, andrebbe vissuta e basta.

Felini è il primo che non lì basta e fa il profeta per quelli che non lì basta la vita in campo di concentramento. Per non menzionare i professori che fanno la dolce vita e si suicidino ammazzando anche la loro famiglia. Fellini fa solo giochi di parole ideologiche postmoderne o meglio post-totalitarie e postcristiana visto che il fascismo, il comunismo e il cristianesimo hanno fallito nella loro ambizione di cambiare la vita, allora lo lasciamo quell’ che è. Vuol dire ideologia dell’impotenza, in più impotenza dell’artista che fa dolce vita, sesso, droga e rock en roll.

Il finale della Dolce vita ci dice dell’innocenza perduta, della vita che partita dai vitelloni di provincia è arrivata allo stordimento che zittisce la coscienza e placa l’ansia da vuoto interiore. È una denuncia, mi pare. Cos’altro può fare il regista, l’artista?

Non deve fare il confusionario, una volta dice dobbiamo accettare la vita com’è, e un altra volta denuncia la vita come è. Ma non basta questo, ma mette in confusione anche gli ammiratori che adorano senza condizioni il grande artista, come succedeva con il sacerdote nell’antichità, non vedendo l’evidenza del falso. Ma il fatto che si contradice, dimostra che il desiderio nobile di cambiare la vita è insito anche nello spirito degli ideologi postmoderni da due soldi.

Non ti piace Fellini, né gli dai credito. Beh, si sa che era un bugiardo, ma anche un ricercatore delle cose umane e ultraumane.

Fellini è solo un esempio tra tanti e tanti intellettuali postmoderni. Lui non mi fa ne caldo ne freddo, per me è solo un pretesto come tanti per smascherare una ideologia, e anche ideologia peggiore che si spaccia che è contro le ideologie, che ogni ideologia è totalitaria. È ideologia dell’innominabile attuale.

Se il postmoderno è la parodia del classico e del moderno, il post-covid è la parodia di se stesso.

Gjëja më e bukur e një peisazhi është lehja e një qeni larg që jep përmasën e hapsirës së ndjerë jo vetëm të parë, ndërsa nga afër është e padurueshme lehja që prish çdo hapsirë përveç nofullave të çaplyera kanosëse. Njësoj për këmbanat, nga afër i padurueshëm shungullimi akuzues bombardues, e nga larg ngushellues.

Bisogna disabituarsi e smettere di concepire la cultura come sapere enciclopedico, in cui l’uomo non è visto se non sotto forma di recipiente da empire e stivare di dati empirici; di fatti bruti e sconnessi che egli poi dovrà casellare nel suo cervello come nelle colonne di un dizionario per poter poi in ogni occasione rispondere ai vari stimoli del mondo esterno. Questa forma di cultura è veramente dannosa specialmente per il proletariato. Serve solo a creare degli spostati, della gente che crede di essere superiore al resto dell’umanità perché ha ammassato nella memoria una certa quantità di dati e di date, che snocciola ad ogni occasione per farne quasi una barriera fra sé e gli altri (…). La cultura è una cosa ben diversa. È organizzazione, disciplina del proprio io interiore, è presa di possesso della propria personalità, è conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere il proprio valore storico, la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri. Ma tutto ciò non può avvenire per evoluzione spontanea, per azioni e reazioni indipendenti dalla propria volontà, come avviene nella natura vegetale e animale in cui ogni singolo si seleziona e specifica i propri organi inconsciamente, per legge fatale delle cose. L’uomo è soprattutto spirito, cioè creazione storica, e non natura.
Antonio Gramsci, 9 gennaio 1916

In realtà è successo l’opposto e anche peggio, dopo il magazzino moderno con carne da macello, il cimitero postmoderno con carogne putrefatte. Il post-covid ancora non è chiaro cos’è, forse il ritorno della mummia.

Va bene tutto nell’articolo, perfetto, a parte i discorsi senza nessun senso del grande psicologo Lacan che ha lui stesso il bisogno di cura mentale.

Per poter comprendere Lacan è necessario apprendere prima il suo linguaggio. In seguito ogni sua affermazione acquisirà un senso.

Anche Freud ha detto che per comprendere il malato schizofrenico devi apprendere il suo linguaggio, solo allora le sue farneticazioni acquisteranno un senso. Ma il problema non è Lacan, il vero problema è la clima e la moda postmoderna che inspira a farneticare; l’arte lo rivela e lo testimonia meglio il fenomeno. La considerazione che il grande psicologo Lacan ha bisogno di un psicologo non e mia, l’ha detto Heidegger, eppure mezzo mondo si lamenta che Heidegger è incomprensibile e ermetico. È questione di clima, si salva chi sa ripararsi dall’inquinamento atmosferico culturale.

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