È l’ombra che ha creato l’immagine.
Senza ombra sarebbe stato uno scatto come un altro.
Senza Gesù sarebbe stato uno scatto come un altro.
È l’ombra che ha creato l’immagine.
Senza ombra sarebbe stato uno scatto come un altro.
Senza Gesù sarebbe stato uno scatto come un altro.
Un uomo e una donna, parlando la stessa lingua, attribuiscono significati completamente diversi a ciò che dicono.
Veniamin Kaverin
Adamo ed Eva erano sorelle e fratelli muratori che hanno costruito la Torre di Babele.
Di quante complesse incomprensioni è fatta la comprensione che gli altri hanno di noi?(Fernando Pessoa)
Il mondo è un specchio davanti al nostro naso dove vediamo le incomprensioni che gli altri hanno di noi e che di fatto è il riflesso dell’incomprensioni che noi abbiamo per gli altri.
«Il futuro è già passato, e non ce ne siamo neanche accorti » è l’amara conclusione finale del film «C’eravamo tanto amati» di Ettore Scola.
Questa frase schizofrenica può raccogliere tutta l’arte dal dopoguerra in poi, e non solo l’arte, perché arte riflette lo stato d’animo di una epoca, perfino precedendola, arte è profetica come la religione tempo fa.
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Un capolavoro, ritratto spietato ma veritiero del Italia del boom economico. I puri che hanno lottato e sperato in un mondo migliore sono i perdenti, gli arrivisti senza scrupoli i corrotti e corruttori i vincenti.
Perché dividere il mondo in vincenti e perdenti?
Proprio perché non si vuole dividere sono tutti perdenti, tutto grigio nel penombra dello scontro tra splendore e oscurità.
La mélancolie est une maladie qui consiste à voir les choses comme elles sont - Gérard de Nerval
Dans les choses tu ne vois que ta mélancolie dont tu les as infectées:
“Quand je suis quelque part, je souille le silence du ciel et de la terre par ma respiration et le battement de mon cœur” - Simone Weil, La Pesanteur et la Grâce
Mi sento male perché sento di non viverle, queste cazzo di giornate. Sento che le faccio passare, che faccio scorrere il tempo senza usarlo, senza prenderlo per il culo e magari farmi quattro risate e basta. Non sto vivendo, io sto solo passando.
(Charles Bukowski)
Si, ma non scorneggiare in pubblico, nessuno vuole sentire la tua puzza. A parte i fan che sicuramente esistono per annusare i miasmi culturali annali dei grandi artisti.
Ogni atto della creazione è inizialmente un atto di distruzione. - Pablo Picasso
Nell’arte postmoderna è anche durante la creazione, la creazione è una distruzione costante.
Nuk kuptohet tjetri pa pasur simpati për të, kushdo që të jetë, qoftë edhe Shejtani vetë, vëzhguar me urrejtje vetem keqkuptohet, e prandaj mbretëron keqkuptimi, e keqja dhe Shejtani në botë.
La vera storia degli Illuminati di Baviera dimostra come un movimento nato per promuovere razionalità e progresso morale sia diventato, ironicamente, il soggetto di innumerevoli leggende urbane e teorie di complotto.
Il mondo è bipolare, in teoria con poli complementari, e in pratica con polii contrapposti e con risultato la realtà dell’inferno assurdo. Un polo va per conto suo e per forza implica l’opposto in modo schizofrenico. L’uomo e la società umano soffrono di malattia bipolare Dottor Jekyll e Mister Hyde.
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Tutte le discussioni nel Postmoderno sono assurdi, perché non esiste una posizione contro un altra come prima nel Moderno e Classico, ma è un sparare tutti contro tutti, anche contro se stesso nella tua posizione precedente, anarchia totale e suicidio totale.
Letteratura specchio della realtà O manipolazione? O interpretazione?
La letteratura e arte è la distruzione della realtà.
Lo strillo di Carrere “liberarsi dai propri genitori” è affermazione ambigua e potenzialmente crudele e violenta.
Meno del incipit “La mia mamma puzza”, del libro di Antonio Franchini Il fuoco che ti porti dentro.
Tu l’hai letto?
No, non l’ho letto. Aspetto di leggere un grande romanzo con incipit: “Io puzzo anche se provengo da una mamma che puzza e da un padre che profuma perché la tendenza della storia è il degrado continuo, nell’eredità ha preponderanza la linea di sangue che puzza”.
Nel suo ultimo saggio, intitolato “Non si riesce mai a parlare di ciò che si ama”, Roland Barthes scrive che i segni di una passione vera sono sempre un po’ incongruenti, tanto diventano tenui, futili, inaspettati gli oggetti di cui si avvale il transfert principale; e di aver conosciuto qualcuno che amava il Giappone come Stendhal amava l’Italia; e riconosceva in lui la stessa passione nei confronti di ciò di cui era innamorato, tra cui le bocche d’incendio dipinte di rosso per le strade di Tokyo, come Stendhal andava pazzo per le spighe di mais per la campagna milanese, per il suono delle otto campane del Duomo, perfettamente intonate, o per le cotolette impanate che gli ricordavano Milano.
Più avanti, Barthes scrive che se Stendhal fosse cittadino italiano morirebbe “avvelenato di malinconia”: in quanto milanese nel cuore, ma non per stato civile, egli deve soltanto raccogliere gli effetti brillanti di una civiltà di cui non è responsabile. Anche Barthes ha provato la comodità di questa dialettica contorta, perché ha amato molto il Marocco come turista e vi volle andare per un anno come professore. La magia allora scomparve: messo di fronte a problemi amministrativi e professionali, immerso nel mondo ingrato delle cause, delle determinazioni, la festa spariva per ritrovare il dovere.
Gira e rigira per niente una cosa molto semplice: essere innamorato con una dona o una nazione come turista non è lo stessa cosa come avere moglie o essere cittadino di una nazione. Nel caso discusso è ancora più semplice: neanche Stendhal e neanche Barthes hanno avuto una moglie, erano sempre innamorati con qualcuna o qualcuno. Formalmente loro erano a livello di adolescenti come sono ordinariamente i grandi intellettuali.
Sot isha duke ecur ne nje rruge te asfaltuar dhe te ngushte vetem per kembesore e bicikleta ne periferi te qytetit; nga te dy anet e rruges kishte shkurre te dendura me te larta se nje boje njeriu. Ne nje kthese ndesha nje meso burre qe me veshtroi trembur si i zene me faj. Edhe nga menyra se si u largua shpejt me bisht nder shale, dukej sikur sapo kishte kryer nje krim. Nga sjellja e tij e çuditshme fantazova se ne mes shkurreve ne kthese te rruges do te shihja nje kufome vajze lakuriq mbi bar. Te shohim se ç’ka bere, nje te pabere e ka bere patjeter - thash me vete. Por ah, kishte bere vetem nje mut te madh buze rruges, e prandaj ndjehej me faj, po te kisha ardhur disa çaste me pare do ta kisha kapur me breke ne dore.
Edhe te kapesh duke dhjere bythjashte buze rruges, ngjall ndjenje faji sikurse kryerja e nje krimi, imazhi vret.