
intervista di Liliana Heker a Jorge Luis Borges:
Borges: - Va bene. Chi altri compare in questo libro?
Heker: - Il professor Croatto, docente di religioni comparate; il dottor Gazzano, psichiatra, che ha diretto il Centro de Asistencia al Suicida…
Borges: - Che cosa fanno lì? Aiutano le persone a uccidersi? Che altra assistenza si può dare a un suicida, no? Beh, suppongo che debba essere tutto il contrario.
Heker: - Mi sembra di sì.
Borges: - Che cosa strana che i cattolici condannino il suicidio quando lo stesso Gesù Cristo fu un suicida. Una religione al cui vertice vi è un suicida – e tale suicida, per di più, è Dio – e che condanna il suicidio. Perché, si capisce che il sacrificio di Gesù fu volontario, vale a dire, che fu un suicidio. è molto strano, i cattolici condannano il suicidio e io non riesco a spiegarmi perché. Ma, beh, vi dico: se Gesù si suicidò secondo voi…
Heker: - E non è spiegata da nessuna parte questa contraddizione?
Borges: - No, non credo. Vale a dire: la loro versione è questa: secondo loro, Gesù era Dio, la seconda persona della Trinità, e uomo. E fu la parte umana quella che oppose resistenza. Per questo Cristo poté dire (ieri sera ne stavo parlando con un mio amico): “Dio, perché mi hai abbandonato?”; ma quella era la Sua parte umana. Questa è l’interpretazione che ne viene fornita, ma non è molto soddisfacente. Lì, ciò che uno pensa è che anzi tutto Lui credeva che Dio lo avrebbe salvato; quando si vide condannato, quando vide che Dio non lo aveva salvato, si sentì tradito da Dio. O almeno credo che questo sia il ragionamento corretto, perché la teoria mi sembra falsa. Se Lui era venuto per essere crocifisso, se Lui si era fatto uomo, se Lui aveva acconsentito a incarnarsi, per essere crocifisso, perché, secondo i teologi, protestò quando si compì quel destino per il quale Lui era nato? Tutto ciò che io le dico, se lei vuole pubblicarlo, lo pubblichi. Sicuramente sarà diverso da ciò che dicono gli altri, ma è meglio così. Se tutti diciamo la stessa cosa non ha senso.