Installazione artistica Terremoto in Palazzo di Joseph Beuys rappresenta la sintesi simbolica del terremoto del novembre 1980 che ha colpito il Sud d’Italia. È realizzata con mobili recuperati sui luoghi colpiti dal terremoto - vetri rotti, vecchi strumenti di lavoro artigiano: tavolo, sgabello da ciabattino, ripiano, recipienti di vetro, vasi di creta. Tramite questa installazione di detriti Beuys intravede la speranza di un cambiamento rivoluzionario dopo una catastrofe.
Ancora rivoluzione tramite i detriti.
Consolati, si tratta di un lavoro di 44 anni fa.
Non mi consola affatto, l’uomo ha millenni che produce solo detriti, e ha cominciato a rendersene conto nell’inizii del secolo scorso, dunque 120 anni fa.
Non ho capito, in che senso l’uomo produce solo detriti? Nel senso che qualsiasi monumento - per dire, la piramide di Cheope o il Partenone - nel tempo è destinato a decomporsi?
Se la storia è un fallimento continuo per forza il prodotto saranno detriti anche se vengono glorificati, anzi per questa ragione sono ancora di più detriti. Visto che siamo nel campo artistico, cosa sono i ready made orinatoio di Duchamp e i barattoli con la merda del grande artista Piero Manzoni?
Il tuo ragionamento si regge sul presupposto - tutto da dimostrare - che la storia sia destinata a un fallimento continuo. E poi, i detriti non sono necessariamente legati a fallimenti storici, in casi come quello del post in questione sono il prodotto di una catastrofe naturale.
La storia non è destinata a un fallimento, però fino adesso ha dimostrato di essere un fallimento; cosa evidente, non c’è bisogno di dimostrare. Poi Beys non è un geologo, e un installazione artistica in ultimo ha un significato storico, compreso anche la situazione attuale.