Il valore i sé e la glorificazione del solitudine è una cavolata per farsi vedere anche nella miseria. Non c’è nessun valore in sé nella solitudine, a parte che non si partecipi nella combriccola miserabile umana con speranza che nel futuro cambi la situazione collettiva. La solitudine è una situazione sforzata che porta solo disagio e angoscia, i bambini lo sano bene il concetto, i grandi lo travisano come condizione umana, mentre i grandi intellettuali fano superiore quel che è inferiore e miserabile.
La società postmoderna è un miscuglio di fan che adorano e disprezzano, secondo il caso: o i pelasgi o gli indoeuropei.
Si è diffuso il pericoloso e falso concetto che democrazia significhi che la mia ignoranza vale quante la tua cultura - Isaac Asimov
A parte democrazia e tirannia, infatti non è diffuso il vero concetto che la saggezza non è equivalente per forza con la cultura. Un grande scrittore può essere un grande cafone o un perverso irresponsabile, cioè può essere un grande ignorante per certi principi che un analfabeta li conosce e li pratica.
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Uomo cerca solo pretesti per litigarsi con il suo prossimo risultando cosi peggio della scimmia, l’iena e il verme solitario perché gli animali, qualunque cosa fanno, akmeno mantengono intatto innocenza originaria che l’uomo l’ha perso durante l’evoluzione. L’animale uccide per mangiare, mentre l’uomo uccide per lusso.
Cerca di essere amato e non ammirato - Ludwig Wittgenstein, Pensieri diversi
Cerca di amare prima tu, e di sicuro non sarai ammirato e finirai crocefisso.
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Se “la guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi” (Carl von Clausewitz), la politica non è che la continuazione della cultura con altri mezzi.
Concordo appieno. Aggiungo solo che la politica non e’ solo la continuazione con altri mezzi della cultura, ma anche la travisazione di quest’ultima. Prima la cultura viene travisata dai politici, poi continuata.
Dubito che tu voglia salvare la cultura a scapito della politica. Si può anche dire che la guerra è una travisazione della politica nella stessa misura. Devo precisare che ho usato il termine ‘cultura’ in modo improprio, secondo un uso comune (simile a quando si usa ‘arte’ nel senso ristretto di arte figurativa). In realtà, la cultura comprende tutte le attività umane, politica inclusa. Non c’è alcuna ragione per cui la politica non debba farne parte. È un’altra questione il fatto che la politica e i politici vengano spesso odiati in modo particolare. I preti sono meno odiati, ma anche la religione fa parte della cultura. Allo stesso modo, i politici non sono peggiori degli affaristi, e anche l’economia fa parte della cultura. Se la cultura deve tenersi il più distante possibile dalla politica, c’è ancora più ragione perché si mantenga lontana dall’economia. I scrittori si lamentano contro gli interessi finanziari dell’editoria, ma non contro il governo e il parlamento.
Ridurre il problema all’essenziale per renderlo comprensibile significa mostrare la situazione reale e poi discutere, in teoria, cosa si dovrebbe fare: in una tirannia, la politica domina la cultura; in una democrazia, invece, domina l’economia, i soldi.
Pensa in modo sbagliato, se vuoi, ma in ogni caso pensa con la tua testa.
Doris Lessing
Ad ogni modo con la tua testa sempre sbagliato penserai. L’uomo è condannato con la libertà di sbagliare.
Il 25 novembre 1985 moriva Elsa Morante, “un angelo armato di penna” secondo Alberto Moravia, la prima scrittrice ad aggiudicarsi il Premio Strega, nel 1957.
il 26 settembre 1990 Moriva Alberto Moravia, un angelo armato di penne.
D’ora in poi la materia dev’essere dominata al di fuori di ogni illusione di forze ad essa superiori o in essa immanenti, di qualità occulte. Ciò che non si piega al criterio del calcolo e dell’utilità, è, agli occhi dell’illuminismo, sospetto.
M. Horkheimer-T. Adorno, La dialettica dell’illuminismo
La frase può essere volutamente duplice. La prima parte che parla del dominio sulla materia viene criticata dalla seconda che evidenzia come un illuminismo radicale diventi materialismo, e quindi sfruttamento della materia. Horkheimer e Adorno, che parlavano di funzione redentrice dell’arte e di sospetto verso il potere, non me li vedo come materialisti duri & puri.
Ogni affermazione postmoderno è duplice, con la conseguenza che ogni autore postmoderno è più che duplice, è anche assurdo. Il postmoderno rivela essenza assurda dell’uomo dimostrando che siamo già arrivati alla stazione terminale della storia (Fine della Storia o il variante religioso Fine dei Tempi), e che l’uomo è un malato terminale.
Nessuno dà una spiegazione convincente perché la società occidentale di duemila anni, in pochi decenni si interesso per l’arte primitiva dell’inizio dei tempi (arte africana - Picasso, “pittura con la sabbia” dei nativi americani - Pollock), e lo riproduce anche. E questo succede proprio quando si sentono termini “fine della storia”, “fine dell’arte”, “morte dell’arte”, “tramonto dell’Occidente” (Spengler), ecc.
Già nel 1935 Husserl aveva avvertito la crisi delle scienze europee. Le scienze, che sono il frutto più alto dell’Europa, nonostante il loro enorme successo e le tecniche che le traducono in risultati sempre più potenti, hanno dimenticato lo scopo e l’intenzione che le spingeva in origine e si sono frammentate in scopi particolari e sconnessi gli uni dagli altri.
è più che vero quel che ha detto Husserl nel post, ma mi chiedo: che valore ha di dire le cose come stanno e sentire e leggere il dire giusto? Sembra che dire i vero ha effetto contrario, serve per tranquillare la coscienza dai rimorsi del fare in modo sbagliato e falso, e continuar a fare nello stesso modo.
La democrazia in un mondo globale, nei paesi ricchi vuol dire passar il tempo libero in discussioni bipolari comodi tra destra e sinistra, a scapito della miseria terzo mondo. Il lusso e il divertimento si paga, adesso come adesso paga Gaza e Ucraina. “La guerra è il prolungamento della politica con altri mezzi” - ha detto Carl von Clausewitz, mentre la lotta politica è il prolungamento della lotta culturale con altri mezzi - ho detto io.
-C’ero con Dio, ma è successo che … .
-Cosa vuol dire “c’ero con Dio”? Se Dio esiste, è eterno fuori del tempo e dello spazio; dunque se dici c’eri, non sei mai stato con Lui.
Nessuno può consigliarvi o aiutarvi. C’è un’unica via da percorrere. Penetrate in voi stessi. Amate la vostra solitudine e sopportate il dolore che essa vi procaccia. Lasciate ai vostri giudizi il loro sviluppo indisturbato, che deve venire dall’intimo profondo e non può essere da nulla represso o accelerato.
Rainer Maria Rilke, Lettere a un giovane poeta
Ma quanti Gesù sono in giro. E tutti ti insegnano la stessa cosa, di non sentire nessuno, senti solo la tua coscienza, a parte a me che ti dico a te di non sentire nessuno.
Infatti quel che dice in modo così meraviglioso sembra proprio bello ma senza la dedizione all’altro non arriva nessuna estate.
Se una cosa è detta solo per essere bella è una stupidaggine immensa e anche una perversione immensa. Estetismo senza logica e senza etica è la caratteristica dell’innominabile attuale che ha iniziato a farsi moda d’élite dall’inizio del secolo scorso. Dal tempo di Aristotele si sa la verità banale che l’uomo imita modelli, nella psicologia è una verità elementare. Tutti ribelli e tutti idioti che si credano originali e si spacciano per tali solo perché cantano bene la loro canzone eterna di pappagallo che scimmiotta se stesso.
Quel che hanno combinato i sovietici con Marx e gli americani con Freud, e in più tra loro durante la Guerra Froda, è la combinazione nefasta tra rispettivamente Thanatos ed Eros.
I grandi intellettuali moderni, adorati e tenuti in grande considerazione, come Rousseau, Marx, Tolstoj, Sarte, Brecht ecc., nella vita erano meschini, avidi di fama e spesso di denaro, immorali, odiosi verso donne e bambini e, soprattutto, bugiardi persistenti. La verità per loro era malleabile, soprattutto quando la loro reputazione era in gioco.
Se loro fossero limitato a scrivere sarebbe andato tutto bene, ma loro non si sono limitati a scrivere o parlare. Pensavano di essere messia che avevano un destino speciale per guidare l’umanità nella verità. Il tema non è cosa hanno fatto bene, ma come le loro vite fossero fermamente immorali, nonostante i loro successi.
E allora, Hemingway era un adultero ubriaco? A chi importa che Marx abbia mentito? Cosa mi importa se Marx tradiva la moglie e Rousseau si comportava in modo infame con i figli? A chi importa che gli uomini sostenessero di essere pacifisti, ma spesso sostenessero la violenza per raggiungere i loro obiettivi? A me cosa importa? Mi piacciono i loro libri, le loro idee e i loro film. E non sono forse la mia opinione e i miei sentimenti ciò che conta davvero? Conta capire se le idee sono valide. Non mi piace che si mescolino idee e vita privata
Non importa kamasutra dei grandi intellettuali, ma importa se una persona fa l’ipocrita e si crede Messia ed invece è un pezzente qualsiasi che si crede Gesù perché ha più idee dell’Intelligenza Artificiale.
La mia opinione e i miei sentimenti contano molto nel livello mondiale e cosmico, ma ciò che conta davvero è il fatto che a me piace la marmellata e non piace la chioccolata.
Un episodio legato a una conversazione tra Hegel e un suo studente su Napoleone. Lo studente negava che il giudizio sulla grandezza del personaggio fosse indiscutibile e, come prova, sembra che abbia esclamato: in fondo per il suo cameriere anche Napoleone era una persona assolutamente normale. Al che Hegel pare che abbia replicato: sì, certo, ma questo è il giudizio di un cameriere.
Questo succedeva perché ancora non era venuto Hitler, dopo Hitler anche Hegel fa il cameriere.
Ajo tha:
-Ku po shkon?
-Po dal kot - i thashë duke hedhur krahëve pardesynë.
-Çfar thua, bie shi e bën ftohtë.
-Unë dal pikërisht pse bie shi dhe nuk bën vazhdimisht mot i vështirë.
La filosofia non consiste nell’insegnamento di una teoria astratta, e meno ancora in un’esegesi di testi, ma in un’arte di vivere, in un atteggiamento concreto, in uno stile di vita determinato, che impegna tutta l’esistenza. L’atto filosofico non si situa solo nell’ordine della conoscenza, ma nell’ordine del «Sé» e dell’essere: è un progresso che ci fa essere più pienamente, che ci rende migliori. È una conversione che sconvolge la vita intera, che cambia l’essere di colui che la compie.
Pierre Hadot, Esercizi spirituali e filosofia antica, 1981
Sostituzione della religione dalla filosofia dopo che quest’ultima l’ha uccisa.