FIAT LUX - pjesë e shtatë (Xhojsi)

Le folle sono orribili. Le Bon ha detto che la folla viene manipolata e perché le masse seguono leader carismatici senza pensare.

Le folle sono orribili niente di meno è orribile l’individuo, la massa è la somma dell’orribilità degli individui che lo compongono è qualcosa in più qualitativo perché la crescita della quantità implica la crescita della quantità. Ma specialmente orribile è il grande intellettuale che accusa glia altri per l’orribilità sua e si crede più grande di Gesù, e per questo ragione deve essere letto e seguito dalle masse.

È inutile di trovare una ragione nel manicomio. Anzi la pretesa di trovare una ragione e argomentare è un sintomo della psicopatia intellettuale.

Non esiste un uomo folle al punto di preferire la guerra alla pace. In pace i figli seppelliscono i padri, in guerra i padri seppelliscono i figli.
(Erodoto)

E nello stato indefinito ne guerra ne pace i figli e i padri sono i morti che camminano.

il Paradiso è un stato d’animo, come è un stato d’animo anche l’Inferno e Purgatorio, non hanno niente da fare con giardini edenici profumati e gas sulfurei puzzolenti che sono solo metafore per esprimersi e farsi capire o scrivere belle poesie dantesche. E come stati d’animo, non hanno niente da fare con categorie bibliche, filosofiche, metafisiche e men di meno hanno da fare con scientifiche che, riguardo al discorso in questione, sono tutte considerazioni nate dalla sofferenza, dunque son nati dai stati d’animo infernali. L’Inferno e il Paradiso, considerati come stati d’animo, sono ugualmente nell’al di là e nell’al di qua; dove felicità c’è il Paradiso, dove c’è infelicità e sofferenza c’è l’Inferno.

L’uomo non è un nobile selvaggio, è piuttosto un ignobile selvaggio. È irrazionale, brutale, debole, sciocco, incapace di essere obiettivo verso qualunque cosa che coinvolga i propri interessi. Questo, riassumendo. Sono interessato alla brutale e violenta natura dell’uomo perché è una sua vera rappresentazione. E ogni tentativo di creare istituzioni sociali su una visione falsa della natura dell’uomo è probabilmente condannato al fallimento - Stanley Kubrick

Ha fatto solo il ritratto di se stesso, del suo muso, questo è il chiave del suo successo.

Nel postmoderno in generale la logica e l’etica si sacrifica per l’estetica per economia di energie, tesi come l’arte per l’arte, eccetera. Oppure, peggio ancora, la logica si capovolge nell’assurdo e l’etica si capovolge in negativo come mera provocazione al servizio della crescita smisurata dell’estetica.

Questo è un luogo comune che va smentito.

C’è verità anche nei luoghi comuni, non sta tutta le verità nei luoghi straordinari. Per esempio, non sta tutta la verità nel manicomio, c’è qualche verità anche nella casa della mamma.

Carmelo Bene agiva per destrutturare le false certezze del credo comune, del conformismo ipocrita e violento. Come quello della cretina di sua madre che lo fece ricoverare in manicomio soltanto perché aveva osato portarsi la ragazza a letto in casa dei genitori.

Ha fatto poco di portare a letto una ragazza dei suoi genitori. Doveva fare di più per essere un grande artista, ma forse non conosceva il Complesso di Edipo.

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“Picasso vede il quadro come un muro, Klee come una pagina” - diceva il critico d’arte Clement Greenberg, ma chi vede il quadro come una finestra?

Per chi lo vive sulla propria pelle una situazione difficile, paragonato con un che non partecipa, è più grave da un punto di vista, ma anche più lieve da un altro punto di vista perché è diverso quando li vivi le situazioni difficili come attore che partecipa e lotta per cambiare la situazione, non sembrano cosi difficili come visti dall’esterno come spettatore da esterno è nell’impossibilità impotente di cambiare il percorso degli eventi penosi.

“Io non ho fatto altro che sognare. È stato questo, e solo questo, il senso della mia vita” - Fernando Pessoa, Il libro dell’inquietudine.
(Autore portoghese, morto a soli 47 anni di cirrosi epatica provocata dall’abuso di alcolici, è considerato dal critico letterario Harold Bloom il poeta più rappresentativo del '900, assieme a Pablo Neruda).

Poteva dire in modo più chiaro, senza sognare, che nella vita non ho fatto altro che abusare di alcolici.

il fenomeno del suicidio è sconosciuto tra gli animali, unica creatura nel Creato che suicide è l’uomo. Questo dimostra la sua superiorità potenziale, è la sua bassezza reale.

Tutta la letteratura e l’arte in generale sono una fuga dall’origine e, allo stesso tempo, una nostalgia per l’origine perduta (esempi tipici: Rimbaud e Gauguin). Scrivendo questo, mi sono ricordato che anche la religione segue lo stesso principio; anzi, l’arte si fonda sulla perdita dell’Origine nei primordi e, di conseguenza, copia e incolla la religione.

Parafrasare Cartesio è piuttosto facile, a questo punto: “Sto in ansia, dunque sono” - Gianni Brera, Introduzione alla vita saggia

stare in ansia vuol dire non essere.

L’essenziale non è quello che si sa, ma quello che si è - Giuseppe Pontiggia, Il giardino delle Esperidi

Si è vero, ma ancora più essenziale di quello che si è, è quello che si vuol essere.

negli anni 2000 sembra che per tutti gli strati sociali e per tutte le forze politiche è più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo.
La fine del mondo sia già avvenuta, con il fallimento del futuro. La fine della storia annunciata da Fukuyama è avvenuta nel momento in cui per le nuove generazioni un’alternativa al capitalismo non è nemmeno pensabile.

è il pianto del crollo del comunismo che è nato con gioia dal crollo del cristianesimo, chi usa la spada dalla spada morirà. E per forza dovete piangere con gioia fino all’finito ed oltre visto che non ci sono più visioni che danno alla storia un senso ed un significato. E per di più non devono essere visioni tali perché il senso e la finalità presuppone il totalitarismo secondo la triste esperienza storica. Si vive alla giornata godendo la democrazia.

Sostenere che il corpo è prigione dell’anima (tesi platonica) è come dire che il ramo dell’albero è prigione del frutto. Questa tesi lo sostiene un frutto marcio staccato dall’Albero della Vita che stava nel centro del Giardino di Eden secondo la Genesi.