La mezza verità inganna ed ha più successo della falsità perché fa sembrare vera la falsità usando con scaltrezza la verità, e fa più danno della falsità che almeno è intera, mentre la mezza verità lacera sia la verità che la falsità, causando una confusione totale.
La considerazione frequente e quasi ufficiale che il bene e il male sono parte della stessa medaglia, e che non esiste il male senza bene, implica fatalmente che non esiste il falso senza il vero. Dunque, in giro ci sono solo mezze verità e l’attuale situazione risulta totalmente infernale.
Pretendere che non ci sarà una Seconda Venuta vuol dire che il pretendente stesso è la Seconda Venuta.
Una volta ho provato ad essere normale. Sono stati i due minuti peggiori della mia vita.
Jack Nicholson
Se lo dice un grande artista o intellettuale questa porcheria vergognosa, viene glorificato, se lo dice qualcun altro, per esempio un politico, con ragione viene disprezzato criminalizzato dai stessi glorificatori della vergogna umana del grande artista.
Per di più, c’è una anormalità positiva (i martiri, eroi, santi) e un anormalità negativa (criminali, perversi, mentecatti ecc.). Nel caso specifico lui è un pazzo anormale molto pericoloso per chi lì sta vicino.
Ho questa netta sensazione: per me non c’è posto nella vita contemporanea…
Marina Cvetaeva
Vedi se ce un posto libero nella macchina del tempo.
E noto che esiste una cosiddetta “psicologia del pro-fondo”. Ma dov’è la “psicologia dell’altezza”, la quale contiene nel suo orizzonte di presenza la volontà di significato? - Victor Frankl
Se intendiamo la simbologia dell’ Albero (della vita) possiamo rispondere che se si considera l’altezza in senso di moto verticale tutto resta connesso, profondità e altezza, come rappresenta l’albero, con le radici sottoterra, nell’ombra fertile della terra, e le fronde proiettate verso il sole a bere la sua luce. Anche gli sciamani dicevano infatti che i paradisi e gli inferni erano tutti connessi, ed era possibile passare da una dimensione all’altra usando una apposita scala di corda. E Nietzsche afferma che gli abissi non devono essere temuti se si posseggono ali bastanti per volarci dentro.
Non ha molto senso una psicologia dell’altezza disgiunta e contrapposta a quella del Profondo: non c’è antiteticità spaziale, sono soltanto punti diversi su una stessa linea verticale. " Tanto in alto quanto in basso ", si dice infatti, e per salire si deve pur partire da un fondo.
Non a caso, nel Tao non c’è un alto e un basso, ma solo punti diversi tutti equidistanti dal centro. Ma se noi vogliamo per forza parlare di alto e basso, dobbiamo comunque integrarli insieme. Non ci sono contesti opposti e contrari, ma semplicemente passaggi diversi di una unica trasmutazione. Che, come in alchimia, parte da una condizione " Bassa " per ascendere ad una superiore.
Victor Frankl, l’unico psicoanalista veramente credente, ironizzava su Jung quando diceva che ci vuole anche una ‘psicologia dell’altezza’, una 'psicologia celeste’
. In realtà, è la ‘psicologia del profondo’ che non ha senso, perché l’inferno è privo di senso; il male è assurdo e senza senso. Il senso appartiene al bene. Il senso dell’Altissimo divide il male dal bene con l’intenzione finale di far scomparire definitivamente il male. Il non senso del “cadutissimo” tiene mescolati bene e male, l’alto e il basso, con l’intenzione di conferire eternità al male e alla sofferenza.
Tutto il creato ha una struttura bipolare yin e yang, dal più infimo corpuscolo fino all’organismi complicati - dunque lo stesso bipolarismo nel micro e nel macro -, ma è falso di mettere insieme il bipolarismo naturale yin e yang di cose create a scopo di bene, di vero e di bello, con il bipolarismo bene-male, vero-falso e bello-brutto che sono dicotomie artificiali creati dopo la Caduta.
È falso mettere insieme il bipolarismo naturale alto-basso con la dicotomia artificiale bene-male creata dopo la Caduta.
Intanto bisognerebbe comprendere esattamente i termini. Male, falso e brutto sono categorie morali ( non etiche) e soggettive, spesso adoperate per emettere giudizi di parte. In tutta la Storia umana sono state applicate in contesti differenti, a volte perfino contrapposti. C’è una differenza sostanziale fra Etica e Morale, e quest’ultima non è mai universale, cadendo inoltre frequentemente nel moralismo.
Jung si è espresso chiaramente in merito a questa questione, affermando che il suo obiettivo non era quello di rendere l’uomo " più buono “, ma " più integro”, nel senso etimologico di “integer”, ovvero COMPLETO. solo la piena consapevolezza può consentirgli di fare scelte anche etiche e divenire migliore, e questo comporta anche il riconoscimento delle sue parti oscure, delle sue ombre. Riconoscimento che a sua volta conduce alla integrazione di luce e ombra, ed alla rielaborazione di quanto va modificato. È quindi un punto di vista amorale (non immorale), perché non è vincolato da pregiudizi, ma considera naturale ogni aspetto dell’ essere.
Tu stesso parli di “dicotomia ARTIFICIALI”.
Jung va oltre. Il Vero, il Bene e il Bello intesi come valori che precludono quanto si ritiene che non sia tale sono le Idee Pure platoniche, astrazioni mentali, che dovrebbero costituire un modello irraggiungibile per ogni cosa esistente, riflesso imperfetto e deludente dei modelli originali. Ma noi viviamo in una altra dimensione, dove ci sono e non si possono eludere anche imperfezioni e oscurità.
Per inciso, questa visione manichea di materia/male e spirito/bene è stata la causa principale dell’allontanamento dell’uomo dalla natura, dal mondo reale, dalle proprie pulsioni.
Jung ha sempre sostenuto l’importanza della integrazione e della completezza psichica e questo comporta, come si è detto, di non essere manichei nei nostri giudizi. Quando nel Libro Rosso dice che il Diavolo è l’ombra di Dio ( Cristo), intende appunto di considerare in senso taoista, integrativo, anche il male; non per esaltarlo, ovviamente, ma per comprenderlo meglio e riuscire ad elaborarlo. Se vedessimo solo la parte bianca, non potremmo capire la parte nera, perché la rifiuteremmo a priori, ma in tal modo mancherebbe la visione globale del Tutto.
Jung non è manicheo mentre Mose è manicheo con il suo Decalogo "Non …, non …, non. "; anche Gesù è manicheo quando dice: “Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno” - (Mt 5, 17-37), oppure manicheo in stile criminale : “Ora, se la tua mano o il tuo piede ti è occasione di peccato, mozzali e gettali via da te; meglio è per te entrare nella vita monco o zoppo che avere due mani o due piedi ed essere gettato nel fuoco eterno” - Matteo 18,8-9. Dunque i cristiani sono sbagliati, il vero messia è Jung. È facile fare filosofie sul bianco e nero comodo in casa, ma voglio vedere i Jung e i junghiani di vivere nel nero miserabile più totale e continuare a fare giochi di parole da grandi intellettuali: “dipende da che punto di vista vedi: il male è il bene, il bene è il male, non c’è male senza il bene, e viceversa”. Anzi li ho visti, e ho visto che fanno altri discorsi manichei quando il male e il nero è concreto e criminale.
Parlo di dicotomie artificiali nel senso che il mondo è buono in modo naturale perché creato da un creatore buono assolutamente, mentre il male è creazione artificiale nel senso che è creato dopo la Creazione. Dunque il male non è creato da Dio, ma da un altro dio malvagio che l’ha sostituito è mescola con intenzione il bene e il male facendo giochi di parole intellettuali, spacciandosi più grande e più completo di Dio che risulta un manicheo satanico moralista che vede solo in bianco e nero, luce buona e oscurità cattiva, spirito buono e materia cattiva. Mentre altro dio degli grandi intellettuali vede arcobaleno, è il Dio Arcobaleno che ama tutti, e accetta tutto la perversione e tutta la criminalità del mondo per essere completo.
Il danno più grande di fumare è che ti fa dipendente di un gesto, poi dopo viene il cancro nei polmoni, il vero danno è il cancro spirituale della dipendenza. E non solo il vizio di fumare, ma ogni droga, pesante e leggera, perfino il magiare sproporzionato e leggere libri in modo sproporzionato, degrada l’uomo ad livello animale di un bambino che non ce lo fa senza succhiare il biberon.
Si uccide per futili motivi perché si vive per futili motivi. E non solo gente qualsiasi, tutta letteratura, diciamolo cominciando dal Dostoevskij è una glorificazione e nello stesso tempo una lamentela della vita futile, mancanza del senso e del vuoto dell’esistenza. Però nessuno ha le palle di accusare Dostoevskij, Camus, Kubrik - e le sue frutta meccaniche -, come geni futili, basta che si accusano gli anonimi, i quaquaraquà futili e i vari smerdiakov e meursault che non sa perché ha sparato ad algerino nella spiaggia. Causa primaria del fenomeno è sempre culturale, poi si perde nelle discussioni e questioni futili.
I veri paradisi sono i paradisi che abbiamo perduto.
Marcel Proust
Uno dei segni del degrado postmoderno è il cambiamento nell’uso dei termini da singolare a plurale, lo scambio tra Testo e conTesto, tra interiore ed esteriore, tra Maiscolo e minuscolo, eccetera. In questo contesto, il Paradiso (Giardino dell’Eden) viene confuso con i paradisi, ovvero gli incontri amorosi alla maniera del Kamasutra dei grandi scrittori e artisti in pensione.
Qui non c’è più speranza, unica speranza rimasta è di andarci nell’aldilà.
Nell’aldilà non troverai nient’altro di quello che porti dall’aldiquà.
Kur lexon han, kur shkruan dhjet atë që ke ngrënë.
Quanto scemo è lui! Come si fa che viene considerato un grande intellettuale famoso?
Il problema è che non è solo scemo, è anche intelligente, cosi la problematicità va alle stelle dove sta l’élite intellettuale.
Penso che il Signor Whitman sia uno degli uomini più meravigliosi ed energici che siano mai vissuti. Di certo, è l’uomo più umile e potente che abbia mai incontrato in tutta la mia vita. Eccentrico. Non lo è. Impossibile giudicare i grandi uomini con il metro delle convenzioni banali.
Oscar Wilde
Oscar Wilde di fato parlava di se stesso sottintendendo che lui è un grande uomo impossibile di giudicarlo con il metro delle convenzioni banali qualunque cosa lui faccia, anche se lo prendeva nel culo come Walt Whitman…
Capire alcune persone non è soltanto impossibile, ma inutile.
Ennio Flaiano
Finche l’uomo sarà malvagio allora sarà anche assurdo, dunque sarà incomprensibile. Va da se che è anche inutile e impossibile di capirlo. Un crimine è incomprensibile - dice Edgar Poe, il male è incomprensibile - dico io.
Un autore non fa mai ritratti, fa solo autoritratto (anche senza rendersene conto).
Lo sforzo di capire l’universo è tra le pochissime cose che innalzano la vita umana al di sopra del livello di una farsa, conferendole un po’ della dignità di una tragedia,
Steven Weinberg, I primi tre minuti
La farsa della vita umana è causata dal mancanza di sentire l’universo e chi l’ha creato, l’incomprensibilità dell’universo è solo una conseguenza della mancanza di cuore. L’ignoranza non è sconoscenza di leggi scientifiche, la vera ignoranza è ignoranza dei Principi, è sconoscenza dei Principi che causa le tragedie.
L’autore presenta il suo libro in pubblico in una sala quasi vuota dimostrando che la solitudine è indispensabile per creare.
Si può essere soli anche stando in mezzo alla folla.
L’abbandono non è solitudine.
La solitudine è uno stato dell’anima.
Essere abbandonati è uno stato; stare in solitudine è un atto. Noi subiamo uno stato, ma decidiamo un atto. Subire non è scegliere.
Parlare non è dire.
Con me ci sono sempre io.
Je est un autre - Rimbaud
Io sono Altro, e non un altro come dice schizofrenicamente Rimbaud - l’ho detto io che non sono altro che l’Altro, oppure sono altroché l’Altro.
Nella politica postmoderna la gente, sia di destra e sia di sinistra, è condannata ad essere in disillusione permanente con i grandi leader esattamente come le ragazze sentimentali sempre disilluse dal nuovo amante che sembrava migliore del precedente. Le ragazze in calore sono come i fan in calore politico, sono sempre triste e disilluse, ma si divertono assai; si trova sempre un nuovo amante per consolarsi e dimenticare la storie d’amore passate.
Se incontri il Buddha per la strada uccidilo - il detto Zen
Adesso capisco perché hanno messo Gesù nella croce.
Il postmoderno è una parodia del passato per difendersi dalla caricatura del presente.
Una visione del mondo come «sistema di sistemi» era esposta in un quaderno filosofico ritrovato tra le carte di Gadda dopo la sua morte (Meditazione milanese). Lo scrittore, partendo dai suoi filosofi preferiti, Spinoza, Leibniz, Kant, aveva costruito un suo «discorso del metodo». Ogni elemento d’un sistema è sistema a sua volta; ogni sistema singolo si collega a una genealogia di sistemi; ogni cambiamento d’un elemento implica la deformazione dell’intero sistema.
Ma quel che più conta è come questa filosofia della conoscenza è riflessa nello stile di Gadda: nel linguaggio, che è un denso amalgama d’espressioni popolari e dotte, di monologo interiore e di prosa d’arte, di dialetti diversi e di citazioni letterarie; e nella composizione narrativa, in cui i minimi dettagli s’ingigantiscono e finiscono per occupare tutto il quadro e per nascondere o cancellare il disegno generale. Così succede in questo romanzo, in cui l’intreccio poliziesco a poco a poco viene dimenticato (…).
È il ribollente calderone della vita, è la stratificazione infinita della realtà, è il groviglio inestricabile della conoscenza ciò che Gadda vuole rappresentare. (…)
(Italo Calvino, Perché leggere i classici, Mondadori 1995, pp. 220-21)
È la teoria degli insiemi o del caos.
Il Caos non è la confusione, sono due cose diverse, anzi contrarie. Esiste la Teoria del Caos ma non esiste la teoria della confusione, esiste solo la pratica della confusione. In pratica il grande scrittore è un confuso come i piccoli scrittori e come i facchini e altri uomini qualsiasi.
La teoria del caos in realtà spiega che la confusione è solo apparente. In tutti i fenomeni c’è una legge che li regola, solo che non la conosciamo.
La massima confusione apparente e non apparente è scambiare il Caos (nel senso greco) del Creato con la confusione in tutti i sensi possibili dell’uomo confuso in tutti i crimini e pervasioni possibili contro la Legge e i Principi. Esiste la Teoria della Complessità, ma non esiste la teoria della complicazione, esiste solo la pratica della complicazione criminale e perversa. E soprattutto esiste “il groviglio inestricabile della conoscenza ciò che Gadda vuole rappresentare”