-Oh che bello fare domande che non hanno risposte, anzi non devono averlo, altrimenti che gusto c’è?
-La ragione del suicidio come sempre anche in questo caso non vengono mai fuori.
-Nel suicidio non c’è una ragione particolare, perché ci sono tutte le ragioni, troppe da sopportare per un essere umano.
-Se non c’è una ragione allora l’uomo è un suicidato per natura, e con questo dato si può cominciare a fare una ragione.
-Me lo sono chiesto tante volte, visto che, pochi anni fa, un mio parente è morto suicida. Quando il male del vivere diventa insopportabile, si opera una scelta (così mio cugino spiegò nella sua lettera-testamento). Per noi, non è certo facile comprendere.
-Il suicidio è lo stato d’animo più basso e infernale possibile, la confusione totale, e per questo ragione non cercar ragione e compressione nei spiegazioni del suicida.
-Ma, se è impossibile la comprensione - non possiamo comprendere quel che non abbiamo, fortunatamente, mai provato -, merita pur sempre compassione (l’inferno nell’anima è la peggiore condanna che l’uomo possa sopportare).
-La compressione è possibile da un non suicidato per natura. Non si può comprendere credendo fermamente che “non ce una ragione perché ci sono tutte le ragioni”, che è, se non altro, il suicidio della ragione.
-Io cerco di mettermi sempre dalla parte dell’altro, del diverso da me, da chi decodifica il vivere in modo anche distruttivo…ognuno ha il diritto d’essere quel che è, ha il diritto di libertà di pensiero e d’azione. Forse ci poniamo, di fronte al problema, da prospettive diverse. Rispetto le idee altrui, anche quando non le condivido.
-Suicidarsi è opposto di libertà, è la schiavitù eterna. L’uomo è unica creatura del Creato che si suicida, e per questa ragione è un essere assurdo, un schiavo senza capo ne coda e senza nessuna ragione e con tutte le ragioni, come hai detto anche tu. Certo che sei garantito dalla Costituzione con la libertà di uscire dalla finestra del terzo piano invece che dalle scale, e con la libertà di avere simpatia per i grandi scrittori distruttivi, ma dubito se uno dei tuoi cari vuole uscire dalla finestra, tu ti senti libera di leggere pieno di rispetto il paragrafo scritto nella Costituzione sulla libertà del pensiero e dell’azione come fai con me e con la grande artista distruttiva americana. Devi avere compassione anche per un criminale, ma sempre tenendo il massimo distacco dal suo atto criminale.
-Certamente, “distacco”, ne convengo, ma senza il giudizio. La vita è dura, non è roba per mammolette…bisogna convenire che ad alcuni manca la volontà di combattere, autoinfliggendosi pene durissime, si auto sconfiggono.
-Il distacco è automaticamente giudizio, per di più che il distacco tra autore e opera è facile in teoria, ma non è cosi facile in realtà, perché sono collegati insieme e non si può distaccare senza ferire. Poi con termine giudizio si fanno molto speculazioni, atto di pensare logico è un giudizio, gli assiomi in geometria sono un pregiudizio, condannare con ergastolo un criminale è un giudizio, anche mettere una multa a chi passa con il rosso, perfino è giudizio dire: “non giudicare altro” che è scritto nella Costituzione
fatto dall’uomo che è una creatura assurda senza capo ne coda.
-Che l’uomo sia una “creatura assurda”, siamo perfettamente d’accordo…abbiamo trovato un punto in comune
. Notte serena.
-Io non passero notte serena perché ho da fare, devo trovare senz’altro la ragione del suicidio di Anne. Ci sono buoni indizi in questa frase dell’articolo: “Era il pomeriggio del 4 ottobre del 1974, GIORNO DEL SUO DIVORZIO da Alfred Sexton, quando si toglie la vita con i gas”. Invidio quelli che dormono sereni perché non giudicano solo amano come ha fatto il nostro Signore. Amore come sonnifero nel dormitorio dei lettori.
-Buongiorno! Non credere sia facile … comporta una gran fatica.
-È il contesto che comporta gran fatica (devi scrutare caso per caso come in un romanzo poliziesco) perché si fa di tutto per nascondere il testo che è lo stesso in tutti i contesti: si suicida solo per ragioni di sesso, un altra dimostrazione della dicotomia onnisciente, onnipotente e onnipresente: Eros e Thanatos. Cherchez la femme - dice il francese; è un espressione maschilista, ma puoi cercare anche il maschio, il significato del detto rimane lo stesso, cambiano solo la specie degli organi genitali.
-Non credo proprio, ovvero, non sempre. Abbiamo opinioni diverse. Buona serata.
-Sempre, ma la società copre i genitali con foglie di fico dai primordi, e questo coprire lo chiama opinione diversa che in verità è opinione perversa. Buona cavolata!
-È vero che nei suoi scritti Marx incitava alla rivolta femminile contro il capofamiglia, in quanto “uomo-dominatore”?
-Il movimento femminile odierno è un prolungamento del comunismo che aveva come ambizione di liberare i sfruttati ed gli inferiori, appunto le donne. Nel socialismo reale la liberazione della donna costituiva metà della propaganda. Addirittura Marx paragonava il proletariato con la donna che sta sotto il maschio, e il capitalista con il maschio che sta sopra. Lui non lo dice, ma è più che chiaro il riferimento con l’atto sessuale. Da questo punto vista la liberazione della donna è una costante nella storia, il fenomeno “streghe” per esempio è lo stesso fenomeno in un contesto storico specifico. Gira e rigira il problema resta sempre il sesso dove l’uomo è messo sottosopra
. Njeriu është pallues dhe njëkohësisht i palluar, varet nga konteksti ku ndodhet, sipër apo poshtë, herë sipër e herë poshtë, poshtë e sipër, sipër e poshtë, duke u rropat gjithnjë me djersë në ballë.
Dripping del cazzo e dalla figa nei secoli:
Me një djalë dëshmor, Ptoleme Xhuvanin; dhe me një vajzë, Semiramisin, të martuar me Ramiz Alinë, Xhuvani ishte – incidentalisht – gjyshi i Ardian Klosit nga e jëma; në një kohë që Spiro Koleka ishte dajë i nënës së Edi Ramës, Anetës. Për t’u shënuar që Spiro Koleka ka studiuar në po atë lice klasik arbëresh të Shën Dhimitër Koronës, në Itali, ku ka dhënë mësim gjuhën shqipe Aleksandër Xhuvani, me ftesë të Luigj Gurakuqit.
-Il dialogo sui social è un monologo che serve per sfogarsi le proprie magagne vissute in casa tra papà e mamma, e più tardi tra i partner che sono un prolungamento nel tempo dei conflitti casalinghi papà e mamma. Anzi anche chi fa teoria di ogni tipo e scrive libri o dirige movimenti mondiali è condizionato dai stessi conflitti casalinghi.
-Solo la solitudine ha valore, l’uomo organizzato fa paura.
-Si, da solo ognuno fa i cazzi vostri.
-Faccio bene di essere troppo razionale, è un dovere di essere razionali perfino a spiegare razionalmente anche il irrazionale, questo è il più grande merito di Marx che cercava di spiegare razionalmente i meccanismi economici che sono irrazionali, e specialmente di Freud che spiegava razionalmente i processi irrazionali del subconscio. Poi non ha troppo senso di lodare irrazionalità e poi fare salti da circo per lodare Iluminismo razionale che ha creato la democrazia lottando contro irrazionalità dell’oscurantismo medievale che adorava il mistero. Oppure lodare irrazionalità dei grandi scrittori e poi lamentarsi: “questo non è razionale” quando ti fanno una porcheria irrazionale. Questo comportamento di due misure e due pesi sembra irrazionale, ma in verità è troppo razionale e utile fare i propri interessi secondo il caso.
C’è una certa gloria nel non essere compresi - Charles Baudelaire
-Già capire se stessi è un’ impresa, sperare che lo debbano fare altri è follia. Perché poi dovrebbero farlo?
-Capire se stessi è un assurdo, è come cercare le corna del toro che stai cavalcando. Capire gli altri è un dovere conveniente, a parte il caso se vivi in un isola deserta del Pacifico dove Altro non c’è.
-Perché gloriarsene con incomprensione?
-L’antico mistero della fede compare nella letteratura sotto le spoglie dell’ incomprensione. Lode cristiana per la sofferenza che ti da la gloria per il solo fatto di soffrire. È solita falsità monda tipica francese che è diffusa nel mondo come moda letteraria.
La stupidità deriva dall’avere una risposta per ogni cosa. La saggezza deriva dall’avere, per ogni cosa, una domanda - Milan Kundera
-Di aver dubbi e non pretendere di sapere tutto è segno di umiltà, ma dire che devi aver dubbi ad ogni cosa è megalomania pura e stupidità pura, se non peggio. Questa frase presa com’è senza contesto ha per motivazione, che è veramente quel che conta, di servire come corazza per nascondere e coprire tutte le nefandezze della persona che lo dice. E non arrivo ad immaginare nessun contesto che poteva giustificarla.
Per affermare o negare la frase di Kundera, si salta dovunque nella filosofia e suoi protagonisti con citazioni e interpretazioni, senza considerare che l’unico problema filosofico di Kundera, e del dissidente in generale, è la polizia (che fa domande che senz’altro devi dare risposte😂).
Io ho due misteri insolubili: dove vanno i vanno i cani e cosa osservano i gatti che io non riesco a vedere?
Prima viene la parola detta, poi quella scritta. L’uomo che un tempo interloquiva solo coi propri contemporanei, e per di più solo con quelli in sua presenza, un bel giorno desiderò comunicare anche con uomini distanti nello spazio e nel tempo.
Fu così che inventò la scrittura, che da allora tende a predominare sull’espressione parlata.
“Scrivere è comunicare con l’inesprimibile” - Max Frisch
Cos’è successo nei primordi che un bel giorno uomo si distanzio dai altri uomini nel spazio e nel tempo ed era obbligato a inventare la scrittura per comunicare? Cosa è successo un bel giorno nella storia recente che il grande pensatore scrive assurdità per comunicare con inesprimibile, indicibile e innominabile attuale?
Il male, il falso, il brutto sono categorie e pratiche solo umane, la cosa più falsa, malvagia e brutta che fa l’uomo è che cerca di rappresentare queste categorie come primariamente divine e per conseguenza anche umane.
Sappiamo che il compito della filosofia non è di scoprire ciò che è nascosto, ma di rendere esattamente visibile ciò che è visibile, di far apparire ciò che è così vicino, così immediato, così intimamente connesso a noi, da non poter essere percepito - Michel Foucault
Archivio Foucault Vol.3, Interventi, colloqui, interviste, 1978-1985
-Dopo che la filosofia ha cercato di trovare ciò che è nascosto, e visto che non ha trovato un tubo, arrivo alla conclusione che nascosto non c’è un tubo. Adesso sta facendo lo stesso con quello che che è ben visibile vicino a noi. Con altre dopo che ha buttato veleni acidi sul Testo, sta facendo lo stesso con con il conTesto per realizzare l’inquinamento totale del Totale.
Impotenti di metterli in pratica, i pensatori tranquillizzano la loro coscienza parlando di virtù, mentre i postmoderni cercano di giustificare i vizzi, che è un altro modo di tranquillizzare la coscienza.
La parola è potentissima quando viene dall’anima e mette in moto tutte le facoltà dell’anima ne’ suoi lettori, ma, quando il di dentro è vuoto e la parola non esprime che se stessa, riesce insipida e noiosa - Francesco De Sanctis
-Lui neanche immaginava che venisse un epoca che la parola esprimesse il oltre se stessa, il nulla assoluto, e che i grandi intellettuali sarebbero fieri e contenti per la situazione nulla in codice.
Quello di cui gli stolti ridono rende mesti i saggi; la gioia di un folle è la tristezza di un uomo di talento - Il libro del signore di Shang
-Ricordo una testimonianza di uno nato e vissuto in Estremo Oriente dopo che ha visitato America, era stupito dalla quantità del ridere nelle medie, si rideva di tutto e di tutti, una baldoria universale. Dopo decenni la situazione americana è anche situazione europea per ogni cosa.
Nel film “L’ultimo samurai” c’è un dialogo sottile e profondo tra i due personaggi principali, Nathan Algren e Katsumoto, che si svolge in un giardino di ciliegi in fiore. Katsumoto apre il dialogo con un’affermazione significativa: “Il fiore perfetto è una cosa rara. Potresti passare la vita a cercarne uno, e non sarebbe una vita sprecata”. Suggerisce che la perfezione, proprio come un perfetto fiore di ciliegio, è una scoperta rara. Nathan Algren risponde: “Perfetto… Sono tutti… perfetti”, dunque lui ha capito che ogni fiore di ciliegio nel giardino è perfetto a modo suo.
Il problema in generale di simili discorsi che si nuota nel torbido se non si evidenzia la netta demarcazione tra uomo caduto e la natura che rimane sempre originaria nella sua purezza, invece l’uomo l’ha persa la natura originale. Mischiare le due situazione divise, è un modo subdolo di negare evento della Caduta, presente in tutti i miti di tutti i tempi e geografie, con risultato che anche un criminale è perfetto in modo suo. Ogni fiore è veramente perfetto, come ogni persona è imperfetta perfino di non capire la differenza tra il fiore naturale e l’uomo naturale che infatti è una creatura artificiale come prodotto della Caduta che è un avvenimento artificiale.
Giotto fu colui che “Rimutò l’arte del dipingere di greco in latino e ridusse al moderno” innestando la realtà terrena in un mondo trascendente che diventa accessibile agli uomini. Nelle sue opere Giotto innesta elementi simbolici che rimandano a concetti teologici mimetizzati negli umili oggetti quotidiani, nei colori e nelle posizioni dei personaggi; la trascendenza si scorge celata nell’immanenza e l’umanità si manifesta divinamente.
Vuol dire che con Giotto è cominciato la discesa del divino in terra con risultato finale discesa postmoderna del divino nel fango lasciando i cieli vuoti?
A Dio è sempre piaciuto scendere a trovare l’uomo nel fango, e non per questo ha lasciato i cieli vuoti.
Si, l’uomo piace cosi tanto sdraidosi nel fango come un maiale che ha fatto un dio a sua misura.
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Quando si dice o si fa una cosa è la motivazione che conta, se non tieni conto alla motivazione rischi sempre esser malinteso e aver malinteso l’altro perché formalmente per ogni questioni sono legittimi almeno due punti di vista, il mondo è binario e circolare. Per questa ragione esistono due punti di vista legittimi anche in politica tra destra e sinistra, sempre malintesi creando il teatro assurdo circolare che non considera la motivazione, o peggio lo disprezza senza considerarlo.
La profezia per definizione non ha nessuna certezza perché non si può mai verificare in caso se è una profezia ascoltata, dunque evitata.