Rousseau contro Rousseau.
“Contraddisse e si contraddisse” era il motto che Sciascia avrebbe voluto inciso sulla propria lapide tombale. Ma la ridda delle contraddizioni, se viste in un intellettuale come Rousseau, diventa davvero imbarazzante. Rousseau scrisse contro le arti, le lettere e le scienze sostenendo che il loro sviluppo “corrompe” gli uomini e allo stesso tempo scrisse commedie musicali, romanzi e saggi. Stilò un trattato di pedagogia e abbandonò (letteralmente) i propri figli; un saggio di politica ove tutti pensavano di leggere le fondamenta della democrazia diretta e invece si trattava delle prime avvisaglie teoriche della democrazia totalitaria, ossia del totalitarismo vero e proprio.
Fino a quando la figura dell’intellettuale sarà considerata superiore all’uomo o alla persona comune, il risultato concreto sarà la creazione di individui miserabili devastati dai conflitti ‘contrari’ per partito preso, proprio il motto di Sciascia “Contraddisse e si contraddisse”. In realtà, è l’uomo la figura superiore, e l’essere intellettuale rappresenta un valore aggiunto, qualcosa in più rispetto a essere un idraulico. La figura dell’intellettuale emerse in un particolare momento storico con i philosophes francesi (Rousseau era uno di loro), - sostituendo i preti e sputando su loro -, come degrado ulteriore perché almeno i preti erano intellettuali con qualche pretesa in più. L’ultimo degrado dell’umanità è rappresentato dalla figura dell’artista, adorato nell’attuale società in modo simile ai sacerdoti nell’antichità. L’artista è un schizofrenico, e se non lo è per natura, deve ricorrere alle droghe per mantenere tale identità e creare opere. Chi vive nelle comunità di artisti sa bene che senza l’uso di droghe, non si fa arte, come nel mondo dello sport. Essere un artista è motivo di vergogna per l’essere umano, e non la gloria come comunemente si crede."
Voltaire non l’apprezzava Rousseau.
Voltaire diceva che quando leggeva Rousseau aveva voglia di camminare a quattro zampe. Però lui, considerato che rappresenta la controfigura di Rousseau, visto che entrambi sono responsabili in egual misura della Rivoluzione Francese, in realtà rappresenta l’altra faccia della medaglia, quindi insieme fanno in tutto otto zampe.
Sia Voltaire che Rousseau sono morti prima che iniziasse la rivoluzione francese, mi pare azzardato ritenerli responsabili. Non so Rousseau, ma Voltaire è quanto di più lontano io possa immaginare da un sanculotto sanguinario.
Anche Marx, Engels e tutti quanti compagnia bella erano morti quando hanno vinto i senza culo della Rivoluzione d’Ottobre. Credo che ricordi questa canzone dove é cantato e da chi:
On est laid à Nanterre,
C’est la faute à Voltaire,
Et bête à Palaiseau,
C’est la faute à Rousseau.
Je ne suis pas notaire,
C’est la faute à Voltaire,
Je suis petit oiseau,
C’est la faute à Rousseau.
Joie est mon caractère,
C’est la faute à Voltaire,
Misère est mon trousseau,
C’est la faute à Rousseau.
Je suis tombé par terre,
C’est la faute à Voltaire,
Le nez dans le ruisseau,
C’est la faute à… [Rousseau]
Gavroche. Ma “È una parodia riguardo alla visione borghese e cristiana per cui ogni colpa fosse da attribuire agli illuministi.” Non mi pare un documento storico.
La colpa degli illuministi non era che erano illuministi che è un valore. È un valore essere razionali e con logica, specialmente nella situazione del cristianesimo con dogmi assurdi che non sa spiegarli logicamente, e per questa ragione i dogmi devono essere accettati come mistero della fede, anzi, in stile Kierkegaard, devi avere fede proprio perché la fede è assurda. La colpa vera dell’Illuminismo è che nega totalmente il cristianesimo e la chiesa considerati come barbarie millenaria. E poi si sa come andrà a finire, con un altra barbarie più orribile. E per forza così andrebbe a finire, se sei contro una bassezza in modo radicale, per forza cadrai più in basso della bassezza che odi. Il mondo (come anche spazio-tempo) è circolare, si ritorce su se stesso se vuoi raddrizzarla in modo lineare.
Non tutto l’illuminismo fu anti-religioso, a partire da Newton. In Italia, basti pensare a Rosmini e Muratori. Ed è difficile pensare a Teilhard de Chardin senza l’illuminismo.
Perché si torturi a trovare altri grandi intellettuali marca “contradisse e si contradisse” che camminano a quattro zampe quando in verità metta del clero in Francia rivoluzionaria cantava Marsigliese?
E un’altra metà saliva sulla ghigliottina.
Proprio quel che sto cercando di dire senza essere minimamente compreso: il cristianesimo pagava il suo scempio quando meta dei preti erano boia e meta erano vittime ghigliottinate. Per non dire che l’assurdo e scempio cristiano prende dimensioni maestosi cosmici quando i boia anticlericali (Robespierre, Danton e altri simili) salivano loro stessi sulla ghigliottina come vittime insieme con i pretti. E senza spiegare e risolvere questo scempio, ogni intellettuale risulta per definizione al minimo un miserabile somaro che cammina a quattro zampe, anche se è un premio Nobel.
Beh, si risolve riconoscendo che il cristianesimo, la Chiesa e il clero sono ovviamente collegati fra loro, ma non sono la stessa cosa. Del resto, nei vangeli almeno una pagina su tre, grosso modo, è critica verso il clero dell’epoca. La finitezza è una caratteristica umana, dopotutto, prelati e intellettuali inclusi.
Dai ancora un po’ e arrivi a Gesù guru new-age che ama tutti seguito da discepoli sessantottenni che fanno le canne, e arrivi nella finitezza del cristianesimo e per conseguenza anche nel finitezza dell’Occidente che neanche a quattro zampe non cammina più.