FIAT LUX - pjesë e shtatë (Xhojsi)

Senza il minimo dubbio, al mondo ci sono molti meno gesti che individui. Questa constatazione ci porta a una conclusione seccante: il gesto è più individuale dell’individuo - Milan Kundera

Un comico famoso in scena, dopo interpretazioni stupide fuori contesto di oggetti trovato in giro per caso, in fine ha fatto un gesto in un direzione che c’era nessun oggetto. Alla domanda che cosa stava mostrare con il suo gesto, risponde: “Niente, è il gesto che conta”. Lui è un comico, ma l’arte e la cultura sono nel comico più totale, e anche nel tragico totale come altra faccia della medaglia. Il bello è che Kundera è contro l’arte moderna e avanguardie dove è il gesto che conta, ma Kundera è un scemo e un perverso come tutti i grandi intellettuali che contano solo come gesto.

Mi sembra molto definitivo quel che dici.

Definitivo per il grande scrittore perverso o per il concetto?

Il concetto è forte ma condivisibile; il giudizio su Kundera un po’ meno.

Se conosci i dissidenti dal vivo e non dai libri, facilmente si può rendersene conto che il dissidente è lo stato d’animo più degradato dell’uomo. Il dissidente è la fine dell’uomo, la boia e la spia sono meno degradati perché non hanno bisogno di fare ipocriti e doppiogiochisti. Il degrado arriva al culmine visto che il dissidente risulta dai libri una figura ammirevole.

La paura della morte non è proprio paura dalla morte, ma è paura della vita miserabile che hai fatta, e una volta boomer in pensione non hai più forze di sottomettere i rimorsi di coscienza.

E vëteta nuk është as e majtë e as e djathtë.

E vërteta nuk është fare sepse është rrena, e cila është edhe e majtë edhe e djathtë, ose herë e majtë e herë e djathtë sipas venit dhe kuvenit.

Non si può essere profondamente sensibili in questo mondo senza essere molto spesso tristi - Erich Fromm

Basta solo una simile frase semplice per definire cos’è la cristianità, la cultura e la società occidentale, e chi sarà il suo destino.

Quando ci siamo trovati a essere noi i genitori, abbiamo cercato di diventare amici dei figli, al contrario dei nostri padri e delle madri, che però avevano ragione. Cosa c’entra l’amicizia con la genitorialità? Alla fine abbiamo fatto solo danni, ed è anche colpa nostra se i giovani hanno difficoltà - Luca Bizzarri

La tua generazione ha messo in pratica il Complesso di Edipo e non è fallita, si è divertita un sacco praticando Eros e Thanatos.

Cercare se stessi è stupido e assurdo, è come cercare il bue che lo stai cavalcando. Cercar se stessi è anche criminale perché come Se Stesso sei collegato inseparabilmente e indistinguibilmente con l’Altro, il mondo ha una struttura bipolare, il mondo è bipolare; dunque il Se Stesso lo puoi trovare solo nell’Altro, ma non solo facendo sesso con l’altro e prendere il premio Nobel come individuo se sesso che ha trovato la pace in Ucraina e Gaza dove altro muore e soffre.

Rousseau contro Rousseau.
“Contraddisse e si contraddisse” era il motto che Sciascia avrebbe voluto inciso sulla propria lapide tombale. Ma la ridda delle contraddizioni, se viste in un intellettuale come Rousseau, diventa davvero imbarazzante. Rousseau scrisse contro le arti, le lettere e le scienze sostenendo che il loro sviluppo “corrompe” gli uomini e allo stesso tempo scrisse commedie musicali, romanzi e saggi. Stilò un trattato di pedagogia e abbandonò (letteralmente) i propri figli; un saggio di politica ove tutti pensavano di leggere le fondamenta della democrazia diretta e invece si trattava delle prime avvisaglie teoriche della democrazia totalitaria, ossia del totalitarismo vero e proprio.

Fino a quando la figura dell’intellettuale sarà considerata superiore all’uomo o alla persona comune, il risultato concreto sarà la creazione di individui miserabili devastati dai conflitti ‘contrari’ per partito preso, proprio il motto di Sciascia “Contraddisse e si contraddisse”. In realtà, è l’uomo la figura superiore, e l’essere intellettuale rappresenta un valore aggiunto, qualcosa in più rispetto a essere un idraulico. La figura dell’intellettuale emerse in un particolare momento storico con i philosophes francesi (Rousseau era uno di loro), - sostituendo i preti e sputando su loro -, come degrado ulteriore perché almeno i preti erano intellettuali con qualche pretesa in più. L’ultimo degrado dell’umanità è rappresentato dalla figura dell’artista, adorato nell’attuale società in modo simile ai sacerdoti nell’antichità. L’artista è un schizofrenico, e se non lo è per natura, deve ricorrere alle droghe per mantenere tale identità e creare opere. Chi vive nelle comunità di artisti sa bene che senza l’uso di droghe, non si fa arte, come nel mondo dello sport. Essere un artista è motivo di vergogna per l’essere umano, e non la gloria come comunemente si crede."

Voltaire non l’apprezzava Rousseau.

Voltaire diceva che quando leggeva Rousseau aveva voglia di camminare a quattro zampe. Però lui, considerato che rappresenta la controfigura di Rousseau, visto che entrambi sono responsabili in egual misura della Rivoluzione Francese, in realtà rappresenta l’altra faccia della medaglia, quindi insieme fanno in tutto otto zampe.

Sia Voltaire che Rousseau sono morti prima che iniziasse la rivoluzione francese, mi pare azzardato ritenerli responsabili. Non so Rousseau, ma Voltaire è quanto di più lontano io possa immaginare da un sanculotto sanguinario.

Anche Marx, Engels e tutti quanti compagnia bella erano morti quando hanno vinto i senza culo della Rivoluzione d’Ottobre. Credo che ricordi questa canzone dove é cantato e da chi:

On est laid à Nanterre,
C’est la faute à Voltaire,
Et bête à Palaiseau,
C’est la faute à Rousseau.
Je ne suis pas notaire,
C’est la faute à Voltaire,
Je suis petit oiseau,
C’est la faute à Rousseau.
Joie est mon caractère,
C’est la faute à Voltaire,
Misère est mon trousseau,
C’est la faute à Rousseau.
Je suis tombé par terre,
C’est la faute à Voltaire,
Le nez dans le ruisseau,
C’est la faute à… [Rousseau]

Gavroche. Ma “È una parodia riguardo alla visione borghese e cristiana per cui ogni colpa fosse da attribuire agli illuministi.” Non mi pare un documento storico.

La colpa degli illuministi non era che erano illuministi che è un valore. È un valore essere razionali e con logica, specialmente nella situazione del cristianesimo con dogmi assurdi che non sa spiegarli logicamente, e per questa ragione i dogmi devono essere accettati come mistero della fede, anzi, in stile Kierkegaard, devi avere fede proprio perché la fede è assurda. La colpa vera dell’Illuminismo è che nega totalmente il cristianesimo e la chiesa considerati come barbarie millenaria. E poi si sa come andrà a finire, con un altra barbarie più orribile. E per forza così andrebbe a finire, se sei contro una bassezza in modo radicale, per forza cadrai più in basso della bassezza che odi. Il mondo (come anche spazio-tempo) è circolare, si ritorce su se stesso se vuoi raddrizzarla in modo lineare.

Non tutto l’illuminismo fu anti-religioso, a partire da Newton. In Italia, basti pensare a Rosmini e Muratori. Ed è difficile pensare a Teilhard de Chardin senza l’illuminismo.

Perché si torturi a trovare altri grandi intellettuali marca “contradisse e si contradisse” che camminano a quattro zampe quando in verità metta del clero in Francia rivoluzionaria cantava Marsigliese?

E un’altra metà saliva sulla ghigliottina.

Proprio quel che sto cercando di dire senza essere minimamente compreso: il cristianesimo pagava il suo scempio quando meta dei preti erano boia e meta erano vittime ghigliottinate. Per non dire che l’assurdo e scempio cristiano prende dimensioni maestosi cosmici quando i boia anticlericali (Robespierre, Danton e altri simili) salivano loro stessi sulla ghigliottina come vittime insieme con i pretti. E senza spiegare e risolvere questo scempio, ogni intellettuale risulta per definizione al minimo un miserabile somaro che cammina a quattro zampe, anche se è un premio Nobel.

Beh, si risolve riconoscendo che il cristianesimo, la Chiesa e il clero sono ovviamente collegati fra loro, ma non sono la stessa cosa. Del resto, nei vangeli almeno una pagina su tre, grosso modo, è critica verso il clero dell’epoca. La finitezza è una caratteristica umana, dopotutto, prelati e intellettuali inclusi.

Dai ancora un po’ e arrivi a Gesù guru new-age che ama tutti seguito da discepoli sessantottenni che fanno le canne, e arrivi nella finitezza del cristianesimo e per conseguenza anche nel finitezza dell’Occidente che neanche a quattro zampe non cammina più.

Se l’uomo venisse spazzato via dalla faccia della terra, tutto il creato andrebbe avanti benissimo, con entusiasmo nuovo. L’uomo è uno degli errori della creazione, come l’ittiosauro.
> Gli ittiosauri non avevano di che essere orgogliosi: strisciavano e si agitavano nel fango, come facciamo noi. Guardi invece i fiori del sambuco, e le campanule, e le farfalle, dimostrano che la creazione pura c’è. Ma l’umanità non supera mai lo stadio di larva, imputridisce nella crisalide, non riuscirà mai a mettere le ali. L’umanità è anticreato, cammina all’indietro come le scimmie, come i babbuini! - David Herbert Lawrence, Donne innamorate.

Non sei mai sicuro che chi dice simile cos’è, e sono tanti, li dice con dispiacere o con piacere di strisciare nel fango.

Ovviamente Lawrence mise queste parole in bocca a uno dei suoi personaggi più antipatici… il fallito accademico Rupert Birkin. Egli era inteso come un ritratto del invidia, del nichilismo, della bancarotta morale e della frustrazione di una persona che odiava la propria esistenza e che invidiava la felicità ed il successo degli altri. È interessante vedere come tanta gente che commenta si identifica con questo personaggio odioso e con il suo atteggiamento negativo, quasi alla pari della mentalità di un serial killer.

Lawrence era proprio il tipo convinto per quel che ha detto il suo personaggio in questo caso. Poi in generale i protagonisti di un opera è uno degli alter ego dell’autore, altrimenti l’opera non azzecca e l’autore non è un grande artista acclamato e amato dai suoi lettori che da loro parte si identificano con il protagonista se continuano a leggere il romanzo e non lo buttano via. Proprio per questa ragione il fenomeno interessante di tanta gente che commenta si identifica con il personaggio odioso e con il suo atteggiamento negativo, quasi alla pari della mentalità di un serial killer.

Ha piovuto sul bagnato, il cristianesimo è un Halloween con teschi invece di zucche.

Secondo gli stoici, le parti della filosofia, ossia la fisica, l’etica e la logica, in realtà non erano parti della filosofia stessa, ma parti del discorso filosofico. Volevano dire che, quando si tratta d’insegnare la filosofia, si deve proporre una teoria della logica, una teoria della fisica, una teoria dell’etica. Le esigenze del discorso, insieme logiche e pedagogiche, obbligano a fare queste distinzioni. Ma la filosofia stessa, e cioè il modo di vivere filosofico, non è più una teoria divisa in parti, ma un atto unico che consiste nel vivere la logica, la fisica e l’etica. Allora non si fa più la teoria della logica, ossia del ben parlare e del pensare, ma si pensa e si parla bene, non si fa più la teoria del mondo fisico, ma si contempla il cosmo, non si fa più teoria dell’azione morale, ma si agisce in maniera retta e giusta. Il discorso sulla filosofia non è la filosofia - Pierre Hadot, Esercizi spirituali e filosofia antica

Non so perché ha dimenticato di dire: “non si fa più la teoria dell’estetica, ma si fa opera d’arte”; invece so bene perché ha dimenticato di dire: “non si fa più la teoria dell’economia, ma si guadagnano soldi”.

La moda new-age di fare l’indù o buddista in Occidente nel 68 è stato parallelo con la moda di la moda di fare il cristiano in Oriente. Da questo punto di vista è stato un fenomeno positivo del mischiare le carte in tavola come preparazione per completare il globalismo; sia Occidente sia Oriente non bastavano più a se stesso e cercavano di uscire da se stesso negando se stesso (un doppio assurdo). I primi esempi di fuggita da se stesso e disprezzo di se stesso dell’Occidente e dal cristianesimo sono stati Gauguin (anche Van Gogh, almeno come aspirazione e pianificazione mai realizzata) e specialmente del musulmano Rimbaud che scrive: “Je regrette l’Europe aux anciens parapets” in “Le Bateau ivre”. Il 68 che è stato ultima rivoluzione dell’Occidente, ed è il massimo che può fare. Il 68 è stato un corno un movimento pacifico, sotto le spoglie della pace è stato il fenomeno più guerrafondaio nella storia dell’Occidente giudicando dai risultati ancora presenti e accresciuti sempre di più in modo iperbolico con passar del tempo. Nessun vuol vedere, o fa finta di non vedere, l’evidenza più banale della relazione, e perfino dell’identificazione, tra Eros e Thanatos. Il 68 ha distrutto definitivamente non solo la famiglia, come qualcuno ogni tanto si lamenta, ma ha distrutto anche l’individuo trasformandolo in una entità pericolosa comica e tragica, in un perverso psicopatico che nuota gioendo nel sangue e nella sperma. La letteratura lo testimonia perfettamente, e l’arte in generale, tutti Rimbaud anche stando in casa con la mamma.

I quadri realisti di Ajvazovskij che “sono come fotografie” + invenzione della fotografia = i quadri avanguardisti tipo “Quadrato nero su fondo bianco” di Kazimir Malevič, che “lo fa anche il mio nipote di 3 anni”, e neanche voleva essere “degno del pennello di Ajvazoskij!”. Vediamo ora cosa verrà fuori con l’invenzione dell’Intelligenza Artificiale.

I quadri realisti che “sono come fotografie” + invenzione della fotografia = i quadri avanguardisti che “lo fa anche il mio nipote di 3 anni”. Vediamo ora cosa verrà fuori con l’invenzione dell’Intelligenza Artificiale.

Un libro tradotto è come un cadavere - Thomas Bernhard

Per conseguenza i traduttori sono i becchini. Però lo stesso sono anche i scrittori perché ogni lingua dopo la Torre di Babele puzza di carogna.

Estrapolata così equivale alla fine della letteratura fuori dai propri confini.

Estrapoli o non estrapoli, la fine della letteratura e la fine di molte altre attività simili è successo già, si continua solo per inerzia e perché non si sa fare altro, la ruota del mulino deve rotolarsi anche se a vuoto.

Non sarei così distruttivo.

Io e te non contiamo niente perché non siamo grandi artisti. Al massimo il nostro livello, per ragioni diversi, o vuole vedere o non vuole vedere segni evidenti. La frase del post è uno di questi segni. Anche il fatto che la frase viene interpretata come questione del mestiere di traduttore è un segno di quelli che non vogliono vedere. Invece la frase si deve interpretare nel senso del mito di Babele, non come confusione di lingue letteralmente, ma di confusione di verità come cadaveri diversi che galleggiano nell’innominabile attuale.

Ma lui è un - sano - provocatore. Parlando della sua prosa disse “quando vedo sbucare una storia all’orizzonte, imbraccio il fucile e faccio fuoco”. Sono frasi che devono semplicemente far riflettere, non vanno mai intese alla lettera e questo vale per molti scrittori/intellettuali.

Bernhard il giorno che veniva premiato con un premio nazionale ha fatto uscire dai gangheri il ministro della cultura che è uscito dalla sala sbattendo la porta perché nel discorso del ringraziamento ha detto porcherie insulse contro i suoi connazionali che non vano mai intese alla lettera. Lui è un grande artista e ad un grande artista si permette tutto.

Vedi Dylan al Nobel che neppure si è presentato. Sono artisti talmente elevanti che non li si può giudicare come giudichiamo chiunque.

Non so la sua motivazione, non presentarsi al Nobel si può avere motivazioni nobili, per esempio anche Sartre l’ha rifiutato con la motivazione che il Nobel è un salvagente che si butta a qualcuno che già è arrivato salvo alla riva. Ma si può avere anche una motivazione perversa, e un artista talmente elevante è un pervertito per definizione se fa una perversione qualsiasi sia il giudizio mondano nella moda del tempo.

Ho letto qualcosa in merito. Lui criticava molto i suoi connazionali per il loro asservimento al nazismo.

lo fanno tutti i grandi artisti e i grandi intellettuali dopo il crollo della dittatura, e lo fanno più i servi, i vigliacchi e i servili, proprio perché hanno coscienza sporca; e nell’inizio anche perché hanno paura, e per questa ragione accusano gli altri per salvare la loro pelle. Cosa succede veramente dopo il totalitarismo lo so bene per esperienza diretta dal vivo e fresco dopo il crollo del comunismo nel mio paese. Poi che Bernhard era un vigliacco, lo dice lui stesso nel suo libro con titolo “I miei premi”, dove scrive che fino al giorno prima della cerimonia del suo premio soffriva indeciso per non partecipare in un avvenimento insulso e vergognoso per lui, ma all’ultimo momento ha cambiato idea per avidità, li piaceva molto prendere i soldi del premio. E lo dice letteralmente che si sentiva un vigliacco (“Tutto era repellente, ma più repellente di tutto trovavo me stesso” dice a proposito del premio Franz Theodor Csokor), e probabilmente per questa ragione l’ha buttato tutta la sua merda interiore sugli suoi connazionali, trovando pretesti nella storia passata, quando ha tenuto il discorso del ringraziamento per il premio che fecce arrabbiare il ministro della cultura presente in sala. Questo comportamento, di buttare la sofferenza e vigliaccheria personale sugli altri, è un classico per tutti, per i grandi artisti e per uomini insignificanti, per avvenimenti importanti e quotidiani.

Fare intellettuale è un mestiere come tanti. Considerare l’intellettuale una figura superiore perché pensa e si paga perché pensa, è come fare superiore un idraulico o un facchino. Dire un grande intellettuale o un grande artista è come per dire un grande idraulico, in verità esiste solo un grande uomo che ha per valore aggiunto di essere anche intellettuale o idraulico.

Ragionare è uscire da se stessi per ritornare in se stessi in una comfort zone di mediocrità, proprio quel che ha fatto per primo Duchamp con “Orinatoio” uscendo di corpo da se stessi e ritornato in se stessi per uscire ancora senza sosta, seguito poi da fuoruscita di Manzoni e adesso di Cattelan e cosi via fuoriuscita in eterno ritorno dell’uguale dalla morte termica di se stesso, appunto la grande “Merda d’artista” in scatola che costa 80 mila euro. E quella faccenda è cominciato da Caravaggio e i manieristi che smerdavano arte meno nascosto dagli grandi artisti classici di prima. Il grande merito del grandioso arte moderna e che scopre alla luce del sole quello che arte classica nascondeva con ipocrisia.

A me piace come a molti piace molto, a te non piace, ma non è un problema, è questioni di gusti.

De gustibus latino in azione come se tutta l’arte fosse arte culinaria.

Quando la mano di un uomo tocca la mano di una donna, entrambi toccano il cuore dell’eternità - Khalil Gibran

Il problema è che quello che toccano più in basso.

Il diciannovesimo secolo è il secolo del bamboccio coccolato dal progresso che ha progredito nel ventesimo secolo che è il secolo del pensionato boomer che tiene stretto il biberon con la dentiera.

In poco più di 100 pagine, David Wallace con la sua scrittura cinica, acuta, tagliente e spregiudicata del suo libro Una cosa divertente che non farò mai più, mi ha smontato il sogno che coltivo fin da ragazzina di una crociera nel mar dei Caraibi.

Non necessariamente ti ha smontato il sogno che tu coltivi fin da ragazzina se va tenuto conto che lui era lui ma tu sei tu.

Se tieni conto che Lui era Lui e tu sei tu, non lo leggi mai perché non ne hai bisogno, lo leggi costretto per compito di classe o per mestiere di guadagnare la papa o qualunque cos’altro di simile. Il lettore è il vuoto che vuole riempire con Lui e non si sazia mai perché non si può riempire il tuo vuoto con il vuoto di Lui. Il lettore insaziabile riempie il vuoto con il vuoto, cioe è il vuoto in quadrato.