Sarebbe interessante discutere sul rapporto tra scrittori e droghe, su quanto e in che modo, abbiano influito sulle loro opere.
London, Bukowski, Wallace, Carver, Carrere, E.A.Poe e S.T.Coleridge Hemingway l’alcool, Baudelaire, Verlaine e Rimbaud l’assenzio, D’Annunzio la cocaina, Kerouac e Dick la benzedrina, Aldous Huxley con gli allucinogeni, Verlaine la morfina, Stephen King pippava mentre scriveva, Lewis Carroll oppio, De Quincey scrisse “Confessioni di un oppiomane”, Thilliez il Crack, Balzac e la caffeina, Stevenson e la CocainaStephen King e la cocaina Pascoli e il laudano. “Alla ricerca del tempo perduto” è stato scritto interamente sotto effetto di Laudano, ovvero oppio, l’Illuminismo stesso è stato favorito da tè e caffè, o il postmodernismo dall’LSD. Dante faceva uso di funghi allucinogeni, lo stramonio, diffuso in abbondanza attraverso filtri e pozioni magiche. Ernst Junger radunò nel 1970 annotazioni di vario genere intorno alle sue esperienze con le droghe e con gli stati alterati di coscienza. Nelle sue confessioni l’impenitente “psiconauta” configurava una fenomenologia dei diversi tipi di alterazione psichica che si possono provare con le droghe: l’eccitazione, provocata da caffeina, tabacco e anfetamine; l’ipnosi, da barbiturici e sonniferi; l’ ebbrezza, da alcol, etere e cloroformio; l’ euforia, da oppio e cocaina; l’ allucinazione, da marijuana, mescalina, psilocibina e Lsd. Specialmente quest’ ultima sostanza – la dietilammide dell’acido lisergico – attira l’attenzione di Junger, interessato a conoscerne la potenza allucinogena e gli effetti sulla creatività artistica. All’ obiezione secondo cui la droga procura soltanto il surrogato di esperienze sostanziali, Junger replica: «E che cosa mai non è un surrogato su questa terra?».
Quesito confuso. Troppa differenza tra le varie sostanze con effetti diversi.
La teorizzazione dei legami tra arte e le droghe rimane vaga e confusa. Dipende fortemente dalla sostanza utilizzata, dalla situazione in cui ci si trova e da come questa influenza l’artista. È più interessante comprendere le motivazioni dietro l’uso sempre più potente delle droghe, sia nei loro effetti primari che secondari (questi ultimi danneggiano il cervello dei grandi artisti). Ancora più intrigante è scoprire quali tipi di droghe vengono utilizzate nella letteratura contemporanea, ossia quali sostanze consumano i grandi artisti oggi. Di sicuro usano droga per i zombi. La storia della letteratura sembra essere la cronaca di un progressivo utilizzo di nuove droghe sempre più potenti. In un’epoca di grandi drogati ogni cosa è confusa, anzi, se qualcosa è chiaro, si cerca di presentarla come confusa, dispersa e dipendente dal contesto. La droga estrema postmoderna è il contesto senza il Testo, lo sniffano tutti.