FIAT LUX - pjesë e shtatë (Xhojsi)

Fino al XIX secolo (e anche un po’ oltre) si pensava giusto e legittimo, se non doveroso, mettere mano a beni storici per completarli, migliorarli o riportarli a quello che si pensava essere il loro aspetto originario. Oggi invece (non sempre a ragione, secondo me) il bene storico viene considerato storicizzato, per cui intoccabile, a prescindere dal suo stato reale. Il massimo che si può fare è restaurare, ma non metterci mano attivamente per modificare.

La tua spiegazione è vera ma solo dal punto di vista tecnico, da punto di vista storico e più che storico, è un segno significativo di Fine della Storia, la storia si è fermata, non ce più continuazione.

Tolstoj a 80 anni li piacevano ancora le donne. Deve esser letto il diario della sua moglie per capire la verità evidente, ma che non vuol vedere nessuno proprio perché ce l’hanno vicino al naso, che il sesso è violenza, che Tolstoj voleva scomparire a 80 anni perché a 80 anni voleva fare sesso scatenato, Eros e Thanatos. Un giornalista americano che visito il villaggio di Tolstoj per intervistarlo, ha visto con stupore che metà dei bambini contadini assomigliavano come gocce d’acqua a conte Tolstoj; proprio questa è la legge d’amore del padrone per le sue contadine. Per forza poi vengono i bolscevichi che dimostrano chiaramente la legge dell’amore per i poveri, la legge del amore del conte di far sesso con le sue contadine e la legge dell’amore dei servi per il padrone.

Le bugie daranno fiori e frutti, ma non saranno mai radicate - Miguel de Cervantes

Si che danno frutti e anche molto dolci, dolcissimi come il frutto mangiato da Adamo ed Eva; pieno sono i magazzini e supermercati dell’umanità zuccherata malmenata sovrapesata.

Perché in Italia il mito della Maria o Madonna eclissa il mito di Gesù? Dovunque sono le due figure, quadri o sculture, antiche o moderne, la mamma è al primo piano, mentre il figlio che ha creato il cristianesimo sta nello sfondo o nelle mani della mamma come un bamboccio che duchiate il seno della mamma per dar voce alla gloria della mamma che è sempre la mamma? Perché Gesù l’hanno ucciso e la sua mamma no? Non è giusto! Non c’è giustizia nel mondo!

siamo circondati da enti: martelli, numeri, quadri di Pollock e pianeti. Tutti queste cose in qualche modo sono, nei più vari sensi di essere: ci sono, esistono, e ne predichiamo le più varie caratteristiche, essenziali o meno. Tanto per dire, i martelli sono utensili, i numeri sono astratti, i quadri di Pollock sono opere d’arte, e i pianeti sono corpi celesti. Ma che cos’è ciò che li accomuna, a prescindere dalle loro differenze? In altre parole: che cosa è il loro Essere? La filosofia di Martin Heidegger si è lungamente cimentata con questa domanda, riprendendo, ma anche modificando o forse persino stravolgendo l’ontologia tradizionale – a partire dall’antica domanda aristotelica: ti to on? Che cosa è l’essere?
Nonostante la varietà di risposte tentate da Heidegger, ce n’è un’idea che è rimasta costante. Secondo Heidegger, infatti, c’è una radicale differenza tra l’Essere e gli enti – la cosiddetta differenza ontologica: qualsiasi cosa l’Essere sia, è diverso da ciò che gli enti sono. l’Essere degli enti non è un ente. Quindi, l’Essere è un non-ente – un niente. E poiché tutto ciò che è, è un ente, l’Essere – proprio come il niente – semplicemente non è. Russell diceva che in questo modo si sta predicando qualcosa del niente, dunque il niente in qualche modo è qualcosa.

è il vecchio problema teologico, son cambiati solo i termini per far scomparire la teologia, Dio, tradizione, responsabilità, moralità e tutto il resto oscurantista totalitarista medioevale bla bla bla. Ma non si può scomparire nulla, solo si può degradare (o si può alzare più in alto), dunque la teologia nel moderno degrada nella filosofia, il teologo degrada in filosofo, Dio degrada nell’Essere e le cose create negli enti. Cambiano solo i termini, l’antico problema resta insolvibile: il Creatore e diverso dalla creazione o la Creazione è parte di Dio (o si identifica con Lui nel panteismo)?

C’è una bella differenza tra Pasolini e Bertolucci, erano diversissimi culturalmente tra loro. L’ interesse precipuo di Bertolucci è la borghesia descritta in modo certo critico ma anche talvolta compiaciuto. Le differenze avranno il loro è punto di maggiore divaricazione allorché Pasolini stroncò senza mezzi termini “Ultimo tango” suscitando la reazione risentita di Bertolucci.

Sicuramente Pasolini non era d’accordo per la margarina.

Veramente era il burro se è per questo. Lei non ci azzecca neanche a fare le boutade da quatto soldi.

È lei che non azzeccato l’ironia come differenza tra burro come prodotto naturale e margarina come prodotto artificiale. E non azzecchi anche se ti spiego che il problema non sono i culi e i pisellini di Pasolini e Bertolucci, ma ogni grande artista degli anni 60 (del boom economico della margarina) si trova tra il margarina e il burro, con il risultato olio minerale odierno dell’Intelligenza Artificiale.

Eh si si, che pensieri intelligenti. Magari ci scriva un trattato sopra dal titolo " Della margarina". Capace che a qualcuno fuori di testa piaccia.

Ho scritto un trattato con titolo “Del Culo”, e con sottotitolo un po’ lungo ma molto azzeccato: “il boom economico convive con il bababum culturale degli anni sessanta dentro l’ano del terzo millennio”. Nel trattato spiego che l’intellettuale è un organismo con solo due organi: la bocca e l’ano, che dagli anni fatidici 60 cominciano a identificarsi, finche oggi sono lo stesso organo.

Perché sono stati inventati Dio, gli angeli, ecc.? Per avere con chi parlare. (“D’ora in poi non parlerai più con gli uomini ma con gli angeli” dice Gesù a santa Teresa). Arrivati a un certo grado di solitudine o di intensità esistono sempre meno persone con cui si possa discorrere; anzi si finisce per constatare che non si hanno più dei propri simili. Giunti a questo estremo, ci si rivolge ai propri dissimili, agli angeli, a Dio. È dunque per mancanza di interlocutori quaggiù che si va a cercarli altrove - Emil Cioran, Quaderni, 1° dicembre 1968

Al ragionamento manca la simmetria: se i santi trovati all’estremo del solitudine non hanno altra possibilità che rivolgersi agli angeli, i poveri peccatori non hanno altra scelta che rivolgersi ai diavoli.

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Il matrimonio è una forma di barbarie che non avrebbe potuto reggere senza la grande valvola dell’adulterio - Filippo Tommaso Marinetti

È proprio lui faccia tosta che ha fatto un matrimonio borghese solo per il soldi del suocero.

Il grande vantaggio di vedere gente è quello di potersi dire che si ha tutto per essere felici, purché si resti soli con se stessi - Emil Cioran

Si, il grande vantaggio di fare il pagliaccio con giochi di parole. Lui stesso non è stato mai felice anche se è restato tutta la vita solo con se stessi.

Restare soli con se stessi è una scelta ma non la felicità, ma dove si nasconde la felicità?!

La domanda é: dove si nasconde uomo?, perché la felicità è dappertutto.

L’uomo non mi risulta essere sinonimo di felicità.

Ho detto solo che il Creato è sinonimo di felicità. M l’uomo non sente da quel orecchio anche se lo urli la verità, l’urlo della felicita delle cose create lo se sente come la voce ridondante della infelicità sua.

La follia è l’altra parte, è un bisogno non soddisfatto che porta l’uomo a esprimersi in maniera diversa. È una domanda la follia, una domanda di essere con gli altri - Franco Basaglia, Trasmissione Acquario (televisione), 1979

La follia è una domanda di essere con gli altri, ma è anche il rovescio della medaglia, è anche l’impossibilità di essere con gli altri normali che sono diversamente folli.

Lacan invierà a Heidegger una copia degli Scritti con dedica, questi scriverà a Boss una lettera nella quale definirà barocco lo stile dello psicoanalista francese. In una lettera successivamente inviata a Boss Heidegger scriverà di Lacan che “lo psichiatra ha bisogno di uno psichiatra”. Il bello è che mezzo mondo considera Heidegger un stilista rococò ermetico incomprensibile, dunque anche lui ha bisogno di un psichiatra. Ma si sa che in giro si vedono solo esempi illustrativi della teoria del riflesso: quello che consideriamo fastidioso in una persona è proprio il difetto nostro.

La coscienza e l’incoscienza hanno un valore paritario. Una coscienza totale può paralizzare, mentre l’incoscienza mette in moto il cosciente paralizzato.

Tu ti lamenti che ti è capitato di sentire troncare la parola in bocca con la seguente dichiarazione: “Non ti voglio ascoltare, so già che riusciresti a farmi cambiare opinione”, invece a me mi capita non di sentirsi troncare la parola in bocca, ma di chiudermi la bocca letteralmente con la seguente dichiarazione: “Chiudi il becco se non vuoi che faccio l’opposto di quel che dici!”. I grandi intellettuali che pensano che il verbo è il primo e per forza è anche ultimo. La parola ha forza solo dopo un azione che serve come condizione per costruire un fondazione sopra il quale sta la parola che può essere accettata, altrimenti si dicono parole al vento e la situazione solo degrada, come infatti succede.

Il romanzo L’immortalità di Kundera è un capolavoro; riassumendo e stringendo al massimo il suo contenuto, Kundera parla di un’immortalità che non intende in senso religioso (immortalità dell’anima), ma come immortalità di coloro che dopo la morte rimangono nella memoria dei posteri.

Se non si tiene conto dell’immortalità dell’anima, l’idea dell’immortalità nella memoria dei posteri diventa un’illusione e una menzogna. Se i contemporanei sono distratti, indifferenti e talvolta criminali riguardo al genio sconosciuto, perché dovrebbero essere migliori i posteri? Qual è il valore nel fatto che i contemporanei sputavano su Van Gogh, il quale non riusciva a vendere neanche un quadro, mentre i posteri comprano e vendono i suoi dipinti a cifre astronomiche, superando i 100 milioni di dollari per un quadro? Che importanza ha la fama nella memoria dei posteri per i morti che non ricordano nemmeno cosa hanno mangiato ieri a pranzo? Se il genio disprezzato trova la sua dimora nell’aldilà dopo la morte, almeno avrebbe potuto gustarsi la sua fama dopo morto nello spettacolo di questo mondo.
Non sono neppure convinto che l’avvenire accetterà [il mio pensiero], perché, quando l’avvenire arriverà allo stesso punto, avrà una sua lingua e un suo approccio. Alla fine dei conti, è una consolazione ben magra pensare che quando l’avvenire, partendo dal lato opposto, arriverà alle mie stesse conclusioni, si dirà: «A quanto pare, nel 1937 un certo NN aveva già formulato le stesse idee, ma in un linguaggio per noi superato. È sorprendente come a quell’epoca potessero arrivare alle nostre conclusioni». E magari istituiranno anche un anniversario o una commemorazione, che se non altro mi farà ridere - Pavel Florenskij

Sarebbe interessante discutere sul rapporto tra scrittori e droghe, su quanto e in che modo, abbiano influito sulle loro opere.
London, Bukowski, Wallace, Carver, Carrere, E.A.Poe e S.T.Coleridge Hemingway l’alcool, Baudelaire, Verlaine e Rimbaud l’assenzio, D’Annunzio la cocaina, Kerouac e Dick la benzedrina, Aldous Huxley con gli allucinogeni, Verlaine la morfina, Stephen King pippava mentre scriveva, Lewis Carroll oppio, De Quincey scrisse “Confessioni di un oppiomane”, Thilliez il Crack, Balzac e la caffeina, Stevenson e la CocainaStephen King e la cocaina Pascoli e il laudano. “Alla ricerca del tempo perduto” è stato scritto interamente sotto effetto di Laudano, ovvero oppio, l’Illuminismo stesso è stato favorito da tè e caffè, o il postmodernismo dall’LSD. Dante faceva uso di funghi allucinogeni, lo stramonio, diffuso in abbondanza attraverso filtri e pozioni magiche. Ernst Junger radunò nel 1970 annotazioni di vario genere intorno alle sue esperienze con le droghe e con gli stati alterati di coscienza. Nelle sue confessioni l’impenitente “psiconauta” configurava una fenomenologia dei diversi tipi di alterazione psichica che si possono provare con le droghe: l’eccitazione, provocata da caffeina, tabacco e anfetamine; l’ipnosi, da barbiturici e sonniferi; l’ ebbrezza, da alcol, etere e cloroformio; l’ euforia, da oppio e cocaina; l’ allucinazione, da marijuana, mescalina, psilocibina e Lsd. Specialmente quest’ ultima sostanza – la dietilammide dell’acido lisergico – attira l’attenzione di Junger, interessato a conoscerne la potenza allucinogena e gli effetti sulla creatività artistica. All’ obiezione secondo cui la droga procura soltanto il surrogato di esperienze sostanziali, Junger replica: «E che cosa mai non è un surrogato su questa terra?».

Quesito confuso. Troppa differenza tra le varie sostanze con effetti diversi.

La teorizzazione dei legami tra arte e le droghe rimane vaga e confusa. Dipende fortemente dalla sostanza utilizzata, dalla situazione in cui ci si trova e da come questa influenza l’artista. È più interessante comprendere le motivazioni dietro l’uso sempre più potente delle droghe, sia nei loro effetti primari che secondari (questi ultimi danneggiano il cervello dei grandi artisti). Ancora più intrigante è scoprire quali tipi di droghe vengono utilizzate nella letteratura contemporanea, ossia quali sostanze consumano i grandi artisti oggi. Di sicuro usano droga per i zombi. La storia della letteratura sembra essere la cronaca di un progressivo utilizzo di nuove droghe sempre più potenti. In un’epoca di grandi drogati ogni cosa è confusa, anzi, se qualcosa è chiaro, si cerca di presentarla come confusa, dispersa e dipendente dal contesto. La droga estrema postmoderna è il contesto senza il Testo, lo sniffano tutti.

Machiavelli fornisce nel celeberrimo Principe consigli per i governanti.

Il detto di Machiavelli non è di Machiavelli, è di lui perché l’ha formulata in dettaglio per la prima volta, in fin dei conti è un nome di marca. Un idea se è vera appartiene al dominio publico che lo usa in bene e in male. Per altro Machiavelli l’ha falsato riducendola solo nel senso politico, e nell’immaginario collettivo la politica per partito preso inquina ogni cosa che tocca. Invece l’idea in questione è pura e vera in certi caso, per esempio quando si racconta sii bambini una favola che è una falsità, ma con un significato reale e vero. L’educazione dell’infanzia è machiavellico, il fine giustifica il mezzi.

La Deposizione è uno dei capolavori del '500 e del Pontormo, anticipatore dell’idea del cubismo.

La prima volta che lo sento. Con tutto il rispetto per le opinioni altrui, ma la sua affermazione sul cubismo non è accettabile. Se mi potesse citare qualche serio studioso dell’arte che condivide o sostiene questa tesi, mi interesserebbe molto.

Te lo dico io che sono il più grande e più serio studioso dell’arte nel mondo: Il Postmoderno non troverà la pace finche non dimostrerà con studi seri che ogni invenzione nella storia è anticipato dall’uomo del Neanderthal.

Puramente desiderare è l’opposto del desiderare puramente.

Non esiste neanche una verità detta che non è vero anche il detto contrario. E non lo dice solo l’avversario, lo contradice la sua verità anche il grande intellettuale dopo un po’ di pagine.