La mattina del 2 dicembre 1938 la giovane poetessa Antonia Pozzi, dopo aver salutato i suoi alunni, si dirige a Chiaravalle, nella periferia milanese, si sdraia in un prato, assume una dose massiccia di barbiturici e si lascia morire. Un contadino la scorge e dà l’allarme; viene portata al Policlinico ma, ormai agonizzante, è portata a casa, dove muore la sera del 3 dicembre. Due giorni dopo si svolge il funerale e, il giorno successivo, il 6 dicembre, viene sepolta a Pasturo, come lei stessa aveva lasciato scritto.
Credo che ha importanza di dire anche la ragione perché è suicidata, non si raccontano solo la storie senza cercare di trovare un significato.
Ho dato per scontato che chi legge questo post sia a conoscenza del dramma di Antonia Pozzi, oppure che se ne sia incuriosito e vada alla ricerca di informazioni su questa grande sfortunata poetessa.
Non lo conosco e non mi incuriosisco per sapere il perché del suicidio, oramai so bene che si suicide solo per ragioni di sesso in modo palese e in modo non palese nascosto dai fatti che servono solo come contorno al sesso.
Se non conosci nulla di ciò che riguarda una persona, in questo caso di una giovane poetessa, non puoi sparare cavolate tanto insensate e prive di un nesso logico.
Non mi frega nulla per le grande poetesse e i grandi poeti, davanti al problema Eros e Thanatos non ci sono grandi e piccoli, ci sono solo suicidati che credono di essere superiori solo perché scrivono una poesia che lo leggono e ammirano altri suicidati che credono che sono ancora più superiori solo perché leggono.
Interessante la tua osservazione. Peccato che la poesia sia veramente straordinaria e pregna di significato.
Faccio anche un altra osservazione ancor più interessante: peccato che purtroppo questo è il prezzo da pagare per essere un poeta straordinario che fa poesie straordinarie piene di significato. Mentre il straordinario lettore che fa straordinarie per weekend paga soltanto il prezzo del biglietto per il posto seduto nelle scale dello stadio guardando con passione come muoiono i gladiatori nel campo.
Ti consiglio di leggere qualcosa di Schopenhauer o di capire la fisica quantistica nel momento dell’ inflazione. Troveresti qualche risposta, poche ma significative.
Ieri ho letto qualcosa di da Schopenhauer veramente straordinaria e pregna di significato, un grandissimo filosofo. A lui piaceva molto il sesso ed era frequentatore dei bordelli come succede ai grandi pessimisti. Una volta un suo alunno l’ha incontrato nelle scale dell’uscita dal bordello, e lì ha chiesto stupito: “Professore, come mai qui, nelle tue lezioni condanni questo comportamento come perverso”. Risponde il Grande Maestro: “Non devi mai collegare quel che dice un grande filoso con quel che fa in realtà”.
altro ieri ho letto qualcosa da Richard Feynman che ha detto una cosa veramente straordinaria e pregna di significato: “Chi pensa di aver capito la fisica quantistica o è matto oppure mente”.
Perché sfortunata? Di famiglia benestante, dopo la sua morte voluta per riconosciuta incompatibilità con la vita (il suo interesse col Tonio Kruger di Thomas Mann è attestato), i familiari ne curarono in ogni modo la figura e la memoria. Infelice, non sfortunata.
Io dire felice, ogni anno si festeggia il suo compleanno nel suo paesino; il sindaco, il prete e i presenti ascoltano le sue poesie recitate dai alunni delle medie. Poi si mangia la torta cantando “compleanno a te”, si beve vino e tutti sono molto contenti e felici. A parte di qualcuno che ha mangiato troppo torta e ha mal di stomaco.
Mi sfugge qualcosa, forse una certa ironia? Il personaggio mi ha sempre interessato anche per i suoi diari, più che le numerose fotografie dei suoi momenti apparentemente felici. Ma della torta non sapevo. Grazie.
Devi sapere anche che io sono di quelli che la torta fa mal di stomaco, ma non è che per questo mi suicido.