Qesh mirë kush qesh i fundit

Tutta l’arte della testimonianza è di svestirsi senza degradare in un spettacolo indecente striptease, in modo che i presenti, spettatori, lettori non saranno tentati alla concupiscenza dell’eros con altra faccia faccia della medaglia thanatos; dunque si deve evitare il rischio di essere desiderato o odiato, proprio quel che purtroppo succede nel spettacolo dell’innominabile attuale.

Il religioso è un schizofrenico che accetta la situazione umana lacerata nell’al di là e al di qua, l’ateo è un schizofrenico con non lo accetta.

L’uomo è una cosa nascosta dietro alla foglia del fico.

Nella storia, ogni volta che un movimento fallisce, emergono mistici, gnostici, ermetici; se ciò che era stato espresso chiaramente e categoricamente fallisce nell’attuazione, allora si ripresenta in modo caotico, incomprensibile e contraddittorio per prolungare la vita del movimento.

L’Angelus di Millet è uno dei dipinti più celebri della metà dell’Ottocento e godette di immediato successo e diffusione. Questa opera fu ripresa da numerosi artisti tra i quali Van Gogh e Dalì che ne fu letteralmente ossessionato.

Se piace a Dalì allora c’è qualcosa che non va in questa opera.

Perché?

È un modo indiretto di dire che non si può credere a Dalì come un personaggio psicopatico, falso e snob, tutto lo fa per farsi vedere. Anche in questo caso la spiritualità di questo quadro non ha niente a vedere con Dalì e le sue opere; invece con Van Gogh si.

Pazienza a me piacciono molto i quadri di Dalì, di Van Gogh, di Milett. Il concetto di spiritualità è un pò soggettivo.

Il piacere è soggettivo, invece intuizione conoscitiva è oggettiva. A me piace la marmellata e non mi piace nessuno dei tre, però ho detto che oggettivamente Van Gogh ha da fare con Millet, Dalì no, o forse a lui piace come piace la marmellata.

Ciascuno ha le proprie convinzioni. Che si possono o meno condividere. Introdurre nel commento concetti aleatori come intuizione conoscitiva e altri altrettanto vaghi, ci porterebbe a lunghe dissertazioni. Ciò detto ho presente alcune opere di Dalì, che per me hanno una valenza di spiritualità.

Anche inferno ha spiritualità oggettiva di distinti saluti, anzi più si va avanti nel tempo e più si fa infernale l’opera di arte moderna come pura maestria tecnica ed estetica, senza logica ed etica. Dalì è un campione della marmellata moderna, le sue opere hanno molto maestria tecnica e estetica, ma sono stupide, assurde e infernali, come è lui in verità, un mascalzone al massimo grado.

Punti di vista culturali. Non li discuto. Li accetto ma posso non condividere, come è giusto in un confronto corretto e civile.

Secondo il tuo punto di vista culturale, tu non discuti l’opera “Merda d’artista” di Manzoni, lo accetti ma non lo condividi.

Vedo che si intende della merda.

No, io non intendo la cultura moderna di merda senza logica e etica, neanche non voglio intendere, per di più che non si può intendere una cosa soggettiva. Fa finta di intendere la società moderna infangata totalmente nella marmellata piacevole soggettiva, mangia quel che fa senza nessun visione nuova per il futuro, solo passato e la merda pietrificata del presente.

Comunque su molti aspetti dell’arte contemporanea sono completamente d’accordo con lei.

Manzoni di 70 anni fa non è contemporaneo, neanche Duchamp urina water che oramai è un classico di un secolo fa. Poi nella storia c’è continuità, non è che la caca comincia con Manzoni e Duchamp, ha cominciato prima sotto altre forme più blande, oppure nascoste con Manierismo. Esattamente come la Prima Guerra Mondiale 1914 aveva relazioni con la Guerra franco-prussiana del 1870.

Credo che puoi continuare all’infinito per dimostrare la tua conoscenza di storia dell’arte.

Io non voglio dimostrare la storia d’arte, voglio dimostrare tramite la storia dell’arte che nella storia dell’umanità non è successo mai di glorificare ufficialmente la merda, l’urina, i liquidi seminali, il culo e gli organi genitali in una baldoria collettiva di piaceri soggettivi. Nella storia la baldoria si paga sempre, e per certe ragioni oggettive pagano sempre i puri, mai i mascalzoni tipo Dalì e Manzoni caca urina sperma.

D’Annunzio e Marinetti furono anticipatori del fascismo, così come Junger e Benn furono anticipatori del nazismo, e tutta la prima avanguardia russa (una lunga lista di nomi rinomati) anticipò la Rivoluzione d’Ottobre. Ma essi erano grandi intellettuali, i quali non sporcano le mani, fanno sporcare le mani agli altri con teorie e poesie, e poi si lavano le mani con il sapone di marca Ponzio Pilato.

Il prezzo del progresso si paga con la riduzione della felicità, dovuta all’intensificarsi del senso di colpa - Sigmund Freud, “Il disagio della civiltà”

In tedesco il sostantivo femminile “Schuld” significa insieme “debito” e “colpa”. Freud senza rendersene conto cerca di spiegare in termini laici aumento del debito, nella banca del Spirito Santo, del senso di colpa che proviene dall’antico e negato peccato originale.

Peggio del dubbio intellettuale; “forse la verità non esiste” oppure “che cos’è la verità” del Pilato, c’è la sicurezza banale: “non esiste la verità”, e peggio ancora il comandamento sottinteso: "Non che non esiste la verità, ma la verità non deve esistere**.

La letteratura è il solo luogo dove possiamo affrontare il Male senza compierlo né subirlo.

Non si può eliminare cosi facilmente la censura.

Cosa vuoi dire, non ho capito.

La censura giustifica la sua esistenza ragionando all’opposto del tuo detto.

Non è vero, la censura è falsa!

Se la censura è falsa allora la letteratura è solo un passatempo senza nessun influenza nel bene e nel male della vita reale, dunque anche la letteratura è falsa, o peggio è zero, come se non esiste.

Caro Ennio col tempo, sono venuti a mancare tante persone, col tuo spessore ,siamo rimasti orfani di arguzia, cultura e competenza.
In poche parole, poveri di valori e sentimenti.

“Cara fan, io sono nell’al di là aspettando la reincarnazione nella fila dello zoo di metempsicosi. Nel frattempo voi continuate a divertirsi nel zoo dell’all di qua come facevo anche io dal vivo tempo fa” - ha detto Flaiano tramite la voce del medium in una seduta spiritica intorno alla tavola.

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Il potere postmoderno sopravvive ribellandosi contro se stesso, si alimenta con la sua carogna.

Leggendo un libro ho ritrovato la scritta “Felo da se” e mi ha ricordato che molti poeti e molti artisti purtroppo fecero questa scelta. Un tormento la vita o in noi stessi il tormento di vivere?

Per alcuni la prima, per altri la seconda. Per tutti, credo, la vita è difficile. Il quadro è stupendo e il soggetto inconsueto, pieno di pathos.

Se lo grati con l’inferno questo è il risultato naturale, l’artista è operaio dell’inferi, un minatore in ricerca di minerali preziosi Eros e Thanatos, il suicidio, spirituale o fisico, per lui è una malattia professionale.
Il problema è mal posto come domanda con due alternative come se voti la destra o la sinistra, chi ha ragione la destra o la sinistra? Infatti è proprio il conflitto assurdo e stupido politico tra conservatori, i quali considerano il male insito dentro lo spirito dell’uomo (il famoso peccato originale), e i progressisti che lo considerano fuori nella vita e ordine sociale (cambia ordine sociale fuori cambia anche l’uomo dentro). “Felo da se” ha un significato più del suicidio, significa anche l’uccisione di una persona che sta facendo un crimine, vuol dire che è già un suicidato chi sta facendo qualsiasi crimine. “Felo da Se” sottintende che l’artista è un criminale, la sua opera è un crimine, dunque l’artista è un suicidato potenziale. Il suicida nel quadro del Manet è l’autore stesso, perché ogni opera per definizione è sempre un autoritratto dell’autore, e nel contesto di questo quadro Manet soffriva cosi tanto dalla persecuzione del pubblico che pensava di suicidarsi, la sua opera è un crocifissione moderna fa da sé, il suicidato è un Cristo laico. Non per caso sopra il letto del suicidato ce un piccolo ritratto sfumato di Cristo.
Infatti le statistiche del suicidio tra gli artisti sono molto più alte degli altri mestieri, e sono ancor più alte tra gli artisti moderni, e non considerare il fenomeno oppure vedere nel suicidio un artisticità estetica sublime, come nel questo caso: “oh che bel quadro” - che vuol dire: “oh che bel quadro suicida!” -, è più che criminale, è anche vigliacca, perché grazie ai gladiatori morenti in arena si divertono i spettatori seduti comodi nelle scale di Colosseo, dito in giù dito in su.

Estetica completa la credibilità della persona, di norma si basa solo sull’etica che non basta, il Nuovo Testamentato per forza deve aver seguito in Terzo o Completo Testamento.

La vera ragione per cui ci sono tante verità e non c’è la Verità non è una questione di logica filosofica e saggistica, ma di sentimenti e rimorsi di coscienza. Cioè, non solo non esiste la Verità, ma NON DEVE ESISTERE LA VERITÀ, altrimenti non possiamo divertirci facendo ciò che vogliamo. Gli altri ragionamenti e le logiche filosofiche sull’argomento della post-verità sono conseguenza di seconda mano e, se ambiscono ad essere di prima mano, fanno parte della coscienza personalmente interessata che non vuole che emerga la verità perché disturba la coscienza individuale e collettiva, e la baldoria universale.

Lei dovrebbe sempre tener presente la differenza che intercorre tra verità e opinione.

Non preoccuparti lo tengo presente più di te, ma nello stesso tempo tengo presente che possono esistere casi che opinione e verità si identificano tra loro, anche se in questi casi ce sempre presente il governatore del Paese di Postverità Era che chiede: “E che cos’è la verità?”.

Il libro è bello per un straniero, chi ha veramente vissuto in prima persona da fastidio per diverse falsità. In generale i ricordi non sono veri, la memoria deforma secondo interesi del presente, ancor di più falsi sono i ricordi scritti per diversi ragioni anche letterari, esiste un manierismo di memoriali. Ancor molto di più falsi sono i ricordi post totalitari, però in questo caso la falsità è utile e anche indispensabile perché altrimenti non vivi il presente. E di fatto dopo totalitarismo non c’è più presente, c’è solo il post presente. “Il post” ci accompagnerà fine al Fine dei Tempi.

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Të vërtetën reale shqiptare e merr vesh po të punosh në gjëndjen civile ku zbulohen lidhjet fatale farefis, të cilat plotsohen me rastësinë e shoqnisë që shkon e vjen. Vetëm atëherë e kupton që e majta dhe djathta, indoevropjania dhe pellazgojania janë degë të ndryshme të të njëjtit trung gjeanologjik ose më saktë gjinekologjik sepse e vërteta përfundimtare është gjinekologjike, dmth është në pith të sëmës.

Kultura shqiptare historikisht ka strukturë piramidale, në majë krenohet gjuhësia, pak më poshtë në mbështetje të saj ndodhet historia dhe albanologjia, gjithçka tjetër disiplinë kulturore është e dorës dytë dhe në funksion mbështës të majës së piramidës ose sa për të thënë meqë kanë të tjerët duhet t’i kemi edhe ne.
Grindjet e fundit ndërmjet indevropianë dhe pellazgë e vërtetojnë përfundimisht që në Shqipëri elita intelektuale ndahet politikisht në loqe indoevropianë dhe bole pellazgë, dhe në mes tyre ndodhen kkarët e ngrefosur intelektualë as këndej dhe as andej, që në fakt rezultojnë brimat e bythës intelektuale që pjerdhin sa anej knej. Kjo betejë, sido tjetër betejë, reduktohet në sherr politik midis bole majtas dhe bole djathtas, indoevropianet janë bole majtas, ndërsa pellazgët jane bole djathtas që trokëlliten vazhdimisht në mes tyre.
Të jesh intelektual shqiptar do të thotë o je linguist i modh, dmth koqe kanari, ose nuk je fare, nuk quhesh.

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“Non penso” disse Cartesio. E sparì.

Poi ha detto: “Non ci penso affatto!”, e appari di nuovo. La Seconda Venuta del Cartesio.