Qesh mirë kush qesh i fundit

Arte è l’impotenza spacciata per superpotenza.

-La paura della noia mi paralizza e compromette sia i miei progetti sia le mie iniziative. È una vera e propria malattia da cui non so come guarire, che mi umilia e mi degrada ai miei stessi occhi. A più di cinquant’anni essere ancora al punto … .

-Tutti coloro che vanno in direzione della vita possiedono una infinita capacità di oblio; e così coloro che non possono dimenticare, gli ansiosi, gli elegiaci, scivolano per forza verso la morte.

-Non ho niente da insegnare, sono il non specialista per eccellenza.

-Tutto il segreto della vita sta nel votarsi alle illusioni senza sapere che sono tali. Non appena le si conosce per quel che sono, l’incanto è rotto.

-Ma se voglio difendere la mia solitudine, è anzitutto contro gli amici che devo farlo, sono loro che veramente la usurpano, vi si insinuano. Gli indifferenti ci proteggono. I nostri nemici ci rendono bellicosi. Soltanto gli amici ci sfibrano, poiché con loro è un dramma continuo, un clima di ferite sottili - sommamente nefasto per il nostro equilibrio e la nostra salute “morale”. È stata forse un’istintiva cautela a farmi “liquidare” tutti i miei amici. Mi difendo come posso da quelli che pensano che io debba render conto di ciò che faccio. Giacché gli amici sono censori terribili, e bisogna temerli e fuggirli se non si vogliono complicazioni inaudite.

Tutto ben detto. Dissento solo a proposito degli amici. Solo i migliori e i più necessari fra loro sono “censori terribili”.

Le frasi citate sembrano ognuno per sé (come l’autore sembra a se stesso), invece ce un collegamento tra loro, cioè, o li accetti tutte in blocco, o non li neghi.

Chissà cosa avrebbe pensato di f.b.?

Credo che avrebbe considerato tutto internet, non solo Facebook,una fogna a cielo aperto.

Se lo avrebbe considerato tale, di sicuro avrebbe partecipato con piacere. La sua scrittura è come i bisogni fisiologici, lui scrivendo si libera, l’ha detto lui stesso.

A detta di Deridda qualsiasi opera letteraria, anche geniale come indubbiamente la sua, è soltanto “residuo escrementizio”.

Grazie, non sapevo questo. Risolto il mistero perché Deridda divide l’opera dell’autore, che infatti sono collegati, specialmente nel caso di Deridda.

Kafka, nota Gunther Anders, non crede nella Provvidenza e nel suo “ultimo, effimero nipote”, il progresso; non crede nella giustizia divina. La requisitoria è dura e si conclude con una sentenza senza appello: Kafka è un realista del mondo disumanizzato, di cui finisce per essere un apologeta; è un moralista impotente e inerme, è agnostico e ateo, non era credente ma non aveva il coraggio della propria irreligiosità; anzi, crede come Marcione in un Dio malvagio; comunque è un ateo che si vergogna di esserlo e fa dell’ateismo una teologia. Brod insorgerà contro questa sentenza, dirà che Anders si è creato un fantoccio e lo ha colpito, ma non c’entra niente col vero Kafka; lo riduce a servile disfattista e ateo, mentre per Brod è uno spirito religioso che critica le autorità intermedie ma non si pone fuori dall’ebraismo e dalla fede in Dio. A lui Anders replicherà che quella di Kafka era una religione senza credo; non è homo religiosus ma “un grande scrittore di favole”.

Un autore non può rendere il mondo più disperato, più cupo e più desolato, ma tutt’al più può esprimere la disperazione, la cupezza e la desolazione che lui vede nel mondo.

Se è cosi, allora arte non ha nessun potere di trasformare. Non ho bisogno dai grandi scrittori che mi spiegano che merda è il modo e gli uomini, lo so meglio di loro, lo conosco meglio di loro la merda. Io ho bisogno che mi mostrano che il mondo, la vita e gli uomini, ed io per conseguenza, hanno valore e meritano essere considerati. Lo tengano per se la loro merda, vogliono che pago anche soldi per leggere le loro porcherie geniali.

Come non detto.

Lo so che non l’hai detto tu, lo dice la televisione giorno per giorno, tu solo risuoni il suono serale tv.

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Ma non è una novità. Kafka stesso, poco prima di morire, chiese a Max Brod di bruciare tutti i suoi scritti. Come sappiamo Max Brod non lo fece. E fece bene perché Kafka era uno scrittore non un filosofo.

Forse ha fatto male solo perché l’ultimo desiderio di chi sta per morire è santo e nelle società tradizionali deve essere rispettato senza nessun dubbio, altrimenti il morto non andava nell’al di la, restava nell’al di qua come fantasma finche si realizzava il suo ultimo desiderio (la credenza che “il suo corpo non lo scioglieva la terra”). Ma si sa che la società postmoderna oramai è decomposta e putrefatta come i suoi abitanti, non puoi aspettare altro dai morti che camminano.

Il conflitto tra generazioni soffre il conflitto tra il continuo e il discontinuo che invece doveva essere la dialettica tra il continuo e il discontinuo, sia nella storia della società, sia nella storia degli individui (il conflitto in questione è universale, si riscontra perfino nella fisica, tra fisica classica e fisica moderna, quantistica). Tra genitore e i figli c’è la continuità che garantisce la Tradizione e nello stesso tempo discontinuità che garantisce il Progresso. Concretamente dove c’è conflitto regna la confusione e non si può capire niente, le parti in causa (in questo caso genitori e figli) accusano un altro per la colpa della situazione tragica, esattamente come la destra e sinistra in politica. Se tempo fa la colpa era dei figli perché i genitori hanno un amore incondizionato, dopo 68 la situazione si capovolge, la colpa è dei genitori perché i figli hanno un amore incondizionato (Alice Miller). Invece nessuno ama l’altro, si odiano e si amano a vicenda, la confusione tra odio e amore è più distruttivo dell’odio puro. La sofferenza implica fatalmente l’ignoranza, e invece di Tradizione e Progresso c’è solo il Regresso, appunto l’Innominabile Attuale.

“Every man is guilty of all the good he did not do" - Voltaire

No, Voltaire said: “Every man is guilty of all the good he did not do in the best of all possible worlds”

Il modo astuto postmoderno di contradire una questione centrale e di buttare la discussione sulla periferia, dunque di aumentare la confusione quando si cerca di chiarire, insomma di diluire la soluzione concentrata. Con altre parole si confonde il Testo che è uno solo, attirando attenzione sul conTesto che è plurimo. Per esempio si parla in generale di “dérèglement de tous les sens” in tutti i modi possibili e immaginabili, vita miserabile bohème, alcol (la droga dell’artista classico), sesso frenetico, perversione, follia, depressione, sentimenti criminali, rituali psichedelici ecc., e si risponde l’uomo di Neanderthal che ha dipinto le caverne non usava LSD come Warhol.

Per molti versi “Il disagio della civiltà” di Freud si potrebbe dire ricalchi “Genealogia della morale” di Nietzsche. Le due opere affrontano questioni quasi identiche: le origini della religione, del bene e del male, e del senso di colpa cosciente. Nietzsche credeva che il senso di colpa cosciente fosse una conseguenza della relazione tra creditore e debitore; Freud, d’altra parte, riteneva che la colpa sorgesse a seguito di un atto di aggressione nei confronti del padre.
Freud adotta quindi una posizione nietzscheana rispetto al ruolo della religione e delle istituzioni sulla morale sociale, che frenano e modellano le pulsioni umane primordiali. Di conseguenza, gli esseri umani e le civiltà nel loro insieme rimangono insoddisfatti e soffriranno di nevrosi. Per Freud, se vogliamo vivere in armonia, siamo costretti a reprimere i nostri impulsi primitivi. È un prezzo essenziale da pagare, qualunque cosa accada. Se vagassimo senza speranza, senza leggi e senza ordine, il benessere tra gli umani sarebbe caotico. D’altro canto, con l’ordine, la repressione nevrotica dell’istinto è un prezzo collaterale da pagare.

Sia Nietzsche sia Freud cercano di svelare il mistero del peccato originale del cristianesimo, e dicono mezze verità perché odiano il cristianesimo. Non si può spiegare quello che si odia, chi odia automaticamente è inferiore all’oggetto odiato.

Marcel Duchamp used his “Fountain” (still considered the most contraversial work in the world), to upturn deeply entrenched ideas about art. He questioned the concept of originality. Before Duchamp, artists were largely expected to produce one-off, original works of art, signed with the artist’s name to prove its authenticity. Duchamp described his intent with the piece was to shift the focus of art from physical craft to intellectual interpretation. The original has been lost. The photographer Alfred Stieglitz took a photo of Duchamp’s original “Fontain”, but the negative been lost too.

Il fenomeno si riscontra nei paesi sviluppati e ricchi, più è sviluppato e ricco un paese, e più è basso il tasso di fertilità. Le previsioni secondo i datti (i morti sono decisamente in più che le nascite), se non succede un miracolo di cambiamento di comportamento, un cambiamento antropologico, dopo 20 anni Korea e Giappone saranno spente come nazioni. Cosi non c’è bisogno di una guerra mondiale totale che il mondo finisca, l’umanità si spegnerà da sola passo dopo passo in piena tranquillità.
Spiegare il fenomeno in questione, che ha cause profonde interiori, con cause esteriori, economia, lavoro, soldi, politica, liberazione delle donne ecc., è un segno dimostrativo che nei paesi ricchi del primo mondo si è spento l’interiore. L’esteriore segue l’interiore che in verità ha la precedenza, mentre in falsità non ne ha.

Secondo te chi è la causa interiore?

Secondo me, e anche secondo Freud, la causa è il Complesso di Edipo.

In che senso?

Nel senso che chi ha fato il 68, dunque élite politica e culturale precedente, ha odiato i suoi genitori seguendo la causa sessantottenne del romanzo “Padri e figli” di Turgenev e “Fratelli Karamazov” di Dostoevskij. Visto i risultati, nessuno è cosi scemo di fare figli che lo odieranno, oppure più esattamente: adesso solo i scemi fanno figli che li odieranno facendo sesso, droga e rock and roll.

Che senso ha essere controcorrente quando non esiste più nemmeno la corrente nell’innominabile attuale della palude definitiva?

Chi sa di essere profondo si sforza di essere chiaro; chi vuole apparire profondo agli occhi della massa si sforza di essere oscuro. La massa pensa che profondo sia tutto ciò di cui non riesce a vedere il fondo; è così timida e va così poco volentieri in acqua.
Nietzsche, “Gaia Scienza”, aforisma 173

La verità perfetta come frase, non si potrebbe dire meglio, pero Nietzsche lui stesso certe volte era oscuro. Per esempio che cos’è il superuomo? Nessuno lo sa, solo chi fa cartoni animati.

Si fa una confusione intenzionata per dimostrare la dogma postmoderna che l’uomo nasce buono e la colpa della sua cattiveria è di Meloni. Tutta l’industria culturale postmoderna lavora con lo scopo di negare l’evidenza del peccato originale ereditato dai suoi genitori ed antenati. Invece la cattiveria diluvia fuori nel mondo dal di dentro individuo, poi dal fuori entra anche dentro, e poi dentro e fuori e fuori e dentro con un processo dialettico cattocomunista.

“Passare la notte in bianco” è un modo di dire che ha origini medievali. Si riferisce alla notte vigilia dell’investitura dei cavalieri. Infatti la notte che precedeva la cerimonia d’investitura aveva un rituale dall’aura sacrale. Digiuno e preghiera completamente vestiti di bianco passando la notte riflettendo sull’onore dell’ordine che richiedeva di consacrare la vita assolvendo agli obblighi di protezione del padrone con spirito di sacrificio e devozione.

In altri termini e con la consueta Ipocrisia si spennellava di effetti sacri l’ordinazione di un qualificato schiavo.

Hai ragione, è migliore il sistema con mercenari che vengano fuori nello stesso tempo storico con i ribelli adolescenti droga, sesso e rock and roll.

Quel che è successo al suo tempo e succede oggi con Van Gogh è una vergogna totale, dal vivo i presenti sono distratti ed indifferenti, non li frega niente se non per odiare e ammazzare il prossimo, mentre i posteri adorano smisuratamente dopo morto quel che hanno ucciso con indifferenza, e in certi casi non solo con indifferenza. Van Gogh durante la sua vita ha venduto solo un quadro con il prezzo miserabile di una paga mensile, oggi i suoi quadri valgono cifre record di centinaia milioni di dollari. Adorare autore solo dopo morto, il modello originale è Gesù, è il segno che la cultura si basa sul culto della carogna.

È spaventoso vedere quanto è scarsa la capacità dell’uomo di accettare le argomentazioni altrui, benché questa capacità rappresenti l’insostituibile condizione fondamentale di ogni comunità umana. Chiunque contempli la possibilità di giungere a un chiarimento con se stesso deve fare i conti con questa difficoltà generale. Nella stessa misura in cui non accetta l’altro, l’uomo non riconosce il diritto all’esistenza all’“altro” che è in lui, e viceversa. La capacità di condurre un dialogo interiore è una pietra di paragone per l’obiettività esterna - C.G. Jung, “La vita simbolica”

L’ha detto meglio, con più verità e semplicità un altro psicologo dell’antichità: “ama il tuo prossimo come ami te stesso”. Purtroppo quest’ultimo psicologo non va di moda, va di moda rubare le sue ide e pubblicarle appena scoperte personalmente.

Per capire cos’è la Fine dell’Arte e la Fine della Filosofia e molti altri “fini”, serve molto arte dell’immagine perché rivela tutto in modo concentrato e sempre presente in un solo immagine, mentre un libro chiede molto tempo per leggerlo. Per esempio io, leggendo il tuo articolo, a meta strada dimenticavo cosa era scritto nell’inizio.

Mi dispiace che tu abbia questo disturbo.

Il disturbo in questione è la conseguenza del Sindrome di Fine della Cultura, ha sostituito la Sindrome di Stendhal.

Se la cultura è finita, quale motivo ti spinge a contribuire culturalmente discutendo?

Mi alimento anche io con la carogna degli Ultimi Tempi, devo pur sopravvivere anche io.

La “Deposizione” di Rosso Fiorentino che è il complementare della “Deposizione” di Pontormo, la testimonianza migliore che un opera è l’autoritratto dell’autore, Pontormo e Rosso Fiorentino sono complementari oppure contrari come caratteri.

“Tornerete nelle vostre case prima che siano cadute le foglie dagli alberi” - furono le parole che Guglielmo II disse alle truppe tedesche in partenza per il fronte nella prima settimana di agosto 1914.

Le ultime parole famose … . Ogni volta che un politico dice così bisogna toccarsi.

In ogni impresa personale se non dici cosi non avrai più le palle neanche per toccarsi.

“Tutto ciò che è reale è razionale, tutto ciò che è razionale è reale” è una ambiguità logica che risiede all’origine di ogni disputa tra ogni destra e sinistra, dimostra che il mondo risulta assurdo e ambiguo per la ragione lasciata a ruota libera. Se la destra perde le elezioni sposa immediatamente l’opposto del suo credo, il reale non è più razionale. E lo stesso per la sinistra, la realtà è un gioco di parole politico bla-bla-bla.

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